MALOKARPATAN – Vertumnus Caesar

Pubblicato il 24/10/2023 da
voto
7.5
  • Band: MALOKARPATAN
  • Durata: 00:46:03
  • Disponibile dal: 27/10/2023
  • Etichetta:
  • Invictus Productions

Spotify:

Apple Music:

Ritroviamo con piacere la band slovacca in un disco che, oltre a presentare elementi di originalità, mantiene anche i punti di forza che ci avevano fatto apprezzare (e molto!) il disco precedente; a partire dal mood complessivo, in grado di richiamare boschi fitti in cui si annidano creature misteriose, il tutto sospeso nel tempo.
Persistono infatti le atmosfere trasognate ed esoteriche con i forti legami al folklore slovacco, così come le tastiere potenti; molto godibili, peraltro, i passaggi in cui assumono il suono di clavicembalo. Viene un po’ ammorbidita l’asprezza della voce, che intensifica la dimensione più teatrale, ma non per questo scompaiono brani più feroci, come la title-track, in cui tuttavia i Malokarpatan non perdono la loro aura sulfurea, richiamando persino in certi momenti i nostri Mortuary Drape. Restano anche le chitarre di taglio molto classico, con evidenti richiami alle terzine degli Iron Maiden e in generale alla NWOBHM; è il caso di “Vovnútri Chlácholivého Útočišta Kunstkamru”, che presenta anche un curioso ma gradevole inserto di synth capace di far puntare l’asticella della memoria verso “Somewhere In Time”, restando ai riferimenti alla Vergine di Ferro; e troviamo sprazzi analoghi anche su “Mnohoraké Útrapy Milostpána Kelleyho”.
Curioso e interessante l’intenso strumentale posto a metà disco, che parte nuovamente con sonorità di tastiera ottantiane, ma trasfigurate in forma nettamente più orrorifica: non sfigurerebbe ad accompagnare un film di Lucio Fulci, e, come nel disco precedente, resta evidente anche l’amore per Simonetti, Frizzi e analoghi compositori.
“Maharal Golem” è un brano molto particolare, con due anime contrapposte ma ben integrate. L’intro e il lungo intermezzo centrale aggiungono al sound dei Malokarpatan un afflato esotico, quasi mediorientale – immaginiamo collegato in qualche modo alla leggenda ashkenazita da cui prende il titolo, mentre per il resto si caratterizza come un bell’uptempo molto ‘first wave of black metal’, con linee vocali insieme sbracate e atmosferiche. Sul finale, come ci ha abituato in precedenza, la band opta per un lungo brano che per certi versi funge da efficace summa delle sonorità presenti sul disco: intro lenta con le tastiere in primo piano, riffoni, un cantato grezzo ma intenso e una chiusura quasi prog, chiaramente su tinte fosche.
Un’ottima conferma, insomma, per la band slovacca, che conferma tanto amore per i classici, ma anche una personalità convincente.

TRACKLIST

  1. Na Okraji Priepaste Otevíra Sa Hviezdny Zámek
  2. Kočár Postupuje Temnomodrými Dálavami Na Juhozápad
  3. Vertumnus Caesar
  4. Vovnútri Chlácholivého Útočišta Kunstkamru
  5. Panstvo Salamandrov Jest V Kavernách Zeme
  6. Maharal A Golem
  7. Mnohoraké Útrapy Milostpána Kelleyho
  8. I Hle, Tak Zachádza Imperiálna Hviezda
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.