7.5
- Band: MALOMBRA
- Durata: 01:00:00
- Disponibile dal: 10/03/2023
- Etichetta:
- Black Widow
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Creatura oscura e carica di fascino nata nella Genova dei primissimi anni ‘90 da Renato ‘Mercy’ Carpaneto e Diego Banchero, entrambi reduci dalla brevissima esperienza come Zess (unica testimonianza fisica la compilation “Et In Arcadia Ego”, che vi consigliamo di recuperare), i Malombra fanno parte di quella manciata di gruppi fondativi del cosiddetto ‘italian dark sound’, con il taglio personalissimo che caratterizza i primi due lavori, il debutto omonimo e il successivo “Our Lady Of The Bones”. Il nome del progetto è un omaggio ad un classico minore della letteratura italiana, l’omonimo romanzo a tinte gotiche dello scrittore tardo-romantico Antonio Fogazzaro, con il quale la band condivide l’interesse per le atmosfere misteriose, per la spiritualità e per i fenomeni legati all’occulto. E come Fogazzaro, il gruppo ligure era – e resta – un fenomeno ‘alto’ e altro rispetto ai propri contemporanei: non sono una band semplicissima da approcciare, i Malombra, nonostante il mix di doom metal, dark wave e progressive rock dei loro primi lavori fosse roccioso, melodico e accattivante. Il terzo capitolo, “The Dissolution Age”, è uscito nel 2001, quando l’attività del gruppo era in sospeso a causa di cambi di line-up e dell’impegno in altri progetti dei membri rimasti (vedi Il Segno Del Comando): il suono qui risulta ammorbidito e l’immaginario di riferimento appare meno oscuro rispetto al passato.
E finalmente arriviamo a noi: “T.R.E.S” esce quindi ad oltre vent’anni dal proprio predecessore, ma la sua genesi è decisamente più risalente. Si tratta di pezzi scritti molti anni fa dalla formazione originale, recuperati e rivisti con la sensibilità di oggi. Gli anni e le esperienze artistiche hanno infatti cambiato alcune cose: ascoltando i testi (per la prima volta in italiano) e l’interpretazione vocale di Mercy, sarebbe impossibile non pensare agli Ianva, con il loro bagaglio di teatralità, cantautorato e neofolk.
Musicalmente ritroviamo le pennellate gotiche da sempre care alla band, che propone sette lunghi brani, tra i quali figura una vera e propria suite, “Cerchio Gaia 666”, sintesi perfetta delle diverse anime che convivono nei Malombra: progressive rock, heavy-doom e dark si fondono e ci trasportano in una dimensione parallela e senza tempo. Molto bella anche “Fantasmagoria 1914”, probabilmente il pezzo più pesante e diretto dell’intero lotto, mentre “Malombra” mette in mostra il lato più cupo e atmosferico e ‘cimiteriale’ del gruppo, oltre a regalarci un’ottima prova di tastiere di Fabio Casanova (parte fondamentale per la costruzione del sound del gruppo, che vede in formazione anche Matteo Ricci, Andrea Orlando e Mario Paglieri).
In definitiva, i Malombra, il cui ritorno discografico è di per sé una gradita sorpresa, sono riusciti a sfruttare abilmente la propria maturità artistica, raffinando la scrittura senza stravolgere il trademark della band, e hanno finalmente potuto godere con “T.R.E.S” di una produzione perfetta per le molte sfaccettature del loro suono. Ascolto consigliato non solo ai fan della band e della Black Widow (da sempre casa dei Malombra), ma a chiunque sia affascinato dal gotico italiano e dal prog rock più oscuro, con l’avvertenza di avere la pazienza per assimilare con gli ascolti i molti strati sonori e i diversi piani di lettura di questo lavoro.