8.0
- Band: MANES, MANII
- Durata: 00:39:52
- Disponibile dal: 09/01/2013
- Etichetta:
- Avantgarde Music
- Distributore: Audioglobe
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A volte i sogni si avverano. Come dimenticare uno dei gruppi black metal dal sound più misterioso e depressivo che la scena norvegese abbia partorito in tutti questi anni? Impossibile. I Manes, autori di “Under Ein Blodraud Maane” nel 1999, riuscirono a produrre un album dallo stile difficilmente riproducibile. Cernunnus e Sargatanas regalarono un gioiello di disperazione ed agonia davvero unico. Poi ci fu la svolta sperimentale nella dimensione elettronica e anche qui il tuttofare Cernunnus, alias Tor-Helge Skei, stavolta circondato da altri artisti, riuscì ad impressionare tutti, pur cambiando letteralmente genere musicale. Dopo due album il gruppo cadde nell’oblio e nessuno avrebbe previsto che la creatura Manes un giorno si sarebbe reincarnata. E si è reincarnata appunto nei Manii, in cui la coppia Cernunnus e Sargatanas dopo tanti anni si è nuovamente ricongiunta. Ma la vera notizia è che i Manes o Manii, qual dir si voglia, sono tornati a suonare black metal nello stesso stile di “Under Ein Blodraud Maane”! Certo, oggi la produzione è migliore, ma non per questo il sound opprimente e misterioso della band è stato intaccato. Sul nuovo “Kollaps” è possibile ritrovare lo stile mozzafiato degli esordi, ma l’esperienza sperimentale elettronica non è andata perduta del tutto e su questa release in alcuni frangenti aiuta il mood dell’album ad essere ancor più soffocante e cupo. Lo screaming di Sargatanas è riconoscibilissimo oggi come allora, il suo timbro non è cambiato di una virgola nonostante lo scorrere del tempo. I Manii sono riusciti in un piccolo miracolo dove quasi tutti falliscono: dopo una virata stilistica decisa, a distanza di tanti anni ritornano al sound delle origini con risultati sbalorditivi. Se siete un gruppo black metal che vuole creare delle atmosfere angoscianti, allora dovete assimilare la lezione dei Manes/Manii: grazie a release di questa portata il cuore del black metal continua a battere forte. L’album mette i brividi dall’inizio alla fine, qui i brani potrebbero anche essere riuniti in un’unica traccia perché la musica dannata dei Manii avvolge la mente, la offusca fino a trascinarla in una dimensione astratta ed infine nell’oblio eterno. E se l’abbraccio delle tenebre eterne è come quello descritto dalle note di “Kaldt”, allora la tentazione di invocarle è davvero grande. Band da supportare.