MANTAR – The Modern Art Of Setting Ablaze

Pubblicato il 26/08/2018 da
voto
7.5
  • Band: MANTAR
  • Durata: 00:47:44
  • Disponibile dal: 24/08/2018
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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La fiamma brucia, arde minacciosa ed emette un fumo denso e intossicante. Il filo conduttore del fuoco tiene assieme le pubblicazioni a nome Mantar, duo tedesco che si è installato in una sua nicchia ben definita e non intende mollare la presa tanto in fretta. Guadagnatosi un contratto con Nuclear Blast in occasione del secondo album “Ode To The Flame”, il duo di Amburgo non ha perso tempo e ha confezionato in men che non si dica un altro disco, quasi gemello del precedente. Dopo aver ristretto il campo d’azione dal primo, eclettico, “Death By Burning”, al più essenziale e focalizzato secondo album, Hanno (voce e chitarra) ed Erinc (batteria) hanno proseguito nello stesso solco, confezionando un’opera riconoscibile e studiata accuratamente per catturare in pochi ascolti. Nonostante la pesantezza dell’insieme, il suono limaccioso di chiara impronta sludge, la malevolenza del black metal strisciante in sottofondo e l’astiosità del punk ben rinvenibile soprattutto nel cantato catarroso di Hanno, i Mantar possono essere inquadrabili come una rock band sotto mentite spoglie. Affermazione naturale da proferire se guardiamo alla capacità innata di questi ragazzi di scrivere delle piccole hit, limata nel tempo fino alla formale perfezione dell’ultimo full-length.
I brani si snodano massicci e scorticanti partendo da pochi elementi: battute ritmiche essenziali e quadratissime, cicli di melodie darkwave fascinose che non prestano il fianco alla leggerezza ma aleggiano sornione fra grumi di riverberi, linee cantate dove non c’è una parola fuori posto e l’attesa creata nelle strofe può deflagrare incontrastata nei refrain. Lo strumento di Hanno, grazie all’arricchimento e rigonfiamento consentito dagli effetti, si caratterizza per un’apprezzabile variabilità di sfumature oscure, un alone doom scalciante permea il riffing, che include in sé anche le funzioni normalmente delegate al basso. Se già in passato il bisogno di una sintesi espressiva escludeva divagazioni rispetto al filone principale, questa caratteristica viene ancor meglio sottolineata dalla tracklist di “The Modern Art Of Setting Ablaze”. Se è vero che le iniziali “Age Of The Absurd” e “Seek + Forget” sono gli episodi dotati dei chorus di più veloce assimilazione, nel proseguo la qualità di scrittura non va affatto scadendo e, pur nel solco di una compattezza marmorea, non si avvertono stucchevoli ripetizioni o fastidiosi filler. Si sta piuttosto attenti a intervallare canzoni dalle cadenze incalzanti, ad altre sottoposte a un trattamento di poderoso aumento del tonnellaggio, abbellite da un cospicuo alone gotico.
Il tono amaro della conclusiva “The Funeral”, per dire, potrebbe essere quello dei Down o dei Crowbar se fossero cresciuti ad altre longitudini e avessero attecchito a un sostrato culturale diverso; nel gelido arpeggiare di contorno presente in “Midgard Serpent (Seasons of Failure)” cogliamo invece l’amore di Erinc per i The Sisters Of Mercy, un velo appena accennato che dà tutt’altra connotazione agli scossoni portati dalle obese ritmiche. Arrivati a questo punto, vista la sostanziale immutabilità stilistica, si potrebbe considerare i Mantar quasi una band banale: se non fosse che il loro mestiere lo portano avanti con inappuntabile precisione e metodo e, a conti fatti, “The Modern Art Of Setting Ablaze” lo si ascolta volentieri e ripetutamente come i predecessori. Pollice alto.

TRACKLIST

  1. The Knowing
  2. Age Of The Absurd
  3. Seek + Forget
  4. Taurus
  5. Midgard Serpent (Seasons Of Failure)
  6. Dynasty Of Nails
  7. Eternal Return
  8. Obey The Obscene
  9. Anti Eternia
  10. The Formation Of Night
  11. Teeth Of The Sea
  12. The Funeral
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