6.0
- Band: MANTICORA
- Durata: 01:03:22
- Disponibile dal: 03/08/2020
- Etichetta:
- Vici Solum Productions
- Distributore: Audioglobe
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I Manticora lo avevano promesso: nel giro di un paio d’anni avrebbero pubblicato i due capitoli che fanno parte del concept album a sfondo horror scritto ed ideato dal loro frontman Lars F. Larsen. E così dopo la pubblicazione di “To Kill To Live to Kill” nel 2018 – che rimetteva in gioco la band danese dopo ben otto anni di silenzio – ecco che è giunto il momento di questo “To Live To Kill To Live”, oltre un’ora di musica potente e variegata che segue la scia di quanto già proposto dal gruppo in passato. I Manticora non si sono mai accontentati di dare alle stampe dei dischi di facile presa e, nonostante gli anni che passano, la band nordica si ripresenta a testa bassa con una manciata di composizioni complesse fatte di accelerazioni massacranti, riff tritaossa di scuola thrash metal, cori maestosi e sonorità tenebrose che ci riportano alla mente senza dubbio il sound di Nevermore e primi Blind Guardian.
Il disco parte con la coraggiosa “Katana – The Moths and the Dragonflies/Katana – Mud”, suite di oltre quattordici minuti complessivi che mostra sì dei buoni spunti ma che probabilmente si prolunga fin troppo tra inserti di musica estrema, momenti più riflessivi, lunghi solo di chitarra ed atmosfere oscure, che anche dopo numerosi ascolti risulta a tratti interminabile. Il disco mostra subito un mood molto malinconico ed enigmatico frutto dei temi che vengono trattati, ed il tutto viene enfatizzato anche grazie all’utilizzo di qualche breve brano strumentale come “To Nanjing”, che funge quasi da intro e presenta un tocco orientale, o l’atmosferica “Stalin Strikes”. Tra i brani veri e propri si fa riconoscere la compatta “ The Farmer’s Tale, Pt. 3 – Eaten by the Beasts”, la quale esplode con una carica notevole e colpisce grazie all’interpretazione teatrale e sofferta di Lars al microfono; ma, nonostante un coro epico, il pezzo risulta a tratti distaccato e nel complesso fatica a far breccia. E questo è un problema generale che si ripropone spesso durante la tracklist: sebbene non smetta mai di dispensare carica e potenza -anche grazie alla solida ed attenta produzione a cura di Jacob Hansen – è come se tutta la complessità contenuta in queste tracce tornasse indietro come di riflesso, alimentando una sensazione di freddezza generale. La portentosa “Slaughter in the Desert Room” prova a cambiare leggermente le carte in tavola con l’utilizzo della voce femminile e risulta senza dubbio tra i momenti migliori dell’intero ascolto, ma a farla da padrone sono le sonorità power/thrash che ritroviamo ripetute un po’ in stile fotocopia nelle canzoni “Through the Eyes of the Killer – Filing Teeth”, “Tasered/Removal” e “Tasered/Ice Cage”, brani onestamente difficili da distinguere e ricordare una volta terminato l’ascolto.
Avevamo apprezzato e voluto premiare il primo capitolo dell’opera anche perchè riportava i Manticora in vita dopo tanto tempo, ma questa seconda parte poco aggiunge a quanto già fatto dalla band da oltre vent’anni a questa parte. Il sound ricercato del quintetto danese non è sempre facile da digerire e – seppur ben composto e suonato – a tratti lascia alquanto insoddisfatti.