MANTRIC – False Negative

Pubblicato il 23/04/2020 da
voto
7.5
  • Band: MANTRIC
  • Durata: 00:53:45
  • Disponibile dal: 24/04/2020
  • Etichetta:
  • Solid State Records

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I Mantric nascono nel 2007, quando tre membri della progressive death metal band norvegese Extol decidono di abbandonare i compagni per dedicarsi ad una nuova avventura. Due gli album pubblicati nella loro finora non prolifica carriera: il più canonico “The Descent” del 2010 portava avanti il discorso intrapreso con il gruppo precedente, rimanendo legato, pur con qualche leggera variazione, ad un death metal piuttosto tecnico e molto melodico; “Sin” del 2015, invece, iniziava un nuovo percorso, virando verso un industrial semplice e senza troppi fronzoli, ma lo faceva in un modo ancora un po’ confuso e sfocato. Dopo cinque anni i Mantric tornano con il nuovo “False Negative”, che prosegue la sperimentazione del disco che lo precedeva, questa volta non tentando di cambiare drasticamente rotta, ma puntando piuttosto a mettere a fuoco ciò che non era riuscito fino in fondo. Il risultato di questa ricerca è sicuramente un album di livello superiore rispetto a quanto fatto un lustro fa; tutto sembra essere al proprio posto e notevole è il passo in avanti compiuto sotto ogni punto di vista: scrittura dei pezzi, pulizia e potenza dei suoni, ricchezza degli arrangiamenti, incisività del cantato. I norvegesi probabilmente in questi anni hanno ascoltato in maniera massiccia band quali Nine Inch Nails, Therapy? o Killing Joke, rielaborandoli poi in modo personale. La base industrial ricavata da questi ingombranti ascendenti è la costante di tutto il disco e in generale la scelta è stata quella di alleggerire le strutture prog del passato, privilegiando orecchiabilità e freschezza; in quest’ottica può essere visto anche l’utilizzo della voce pulita in modo molto più continuo rispetto a prima. Ciò che ne risulta è un prodotto scorrevole e immediato, ma anche ricco di dettagli che vengono apprezzati ascolto dopo ascolto, grazie alla perizia tecnica, all’ecletticità e alla cultura musicale dei musicisti coinvolti. Ogni brano ha una propria identità ed è impreziosito da influenze svariate ed eterogenee: “Blame The Beggar” mette in mostra derive new wave che suonano molto anni ’80; “Norwegian Dastard” segue un andamento jazzato e sembra quasi un pezzo pop nella sua leggerezza; “Darling Demon” parte con effetti che si possono definire noise e poi esplode avvicinandosi (ma non raggiungendo) all’aggressività di certe sonorità ormai lontane di metal estremo, rimanendo comunque più in zona Godflesh rispetto al technical death-thrash metal al quale i ragazzi di Oslo ci avevano abituato; la conclusiva “Starmonger”, infine, potrebbe essere un pezzo scritto da Trent Reznor nel periodo di “The Fragile”. Al terzo tentativo, i Mantric sembrano aver imboccato una strada personale, realizzando un album solido, centrato e coraggioso per alcune scelte adottate, in cui ogni singola nota è curata in modo maniacale, e sono ora vicinissimi a quel salto di qualità che ci si deve aspettare da musicisti con il loro pedigree.

TRACKLIST

  1. Polyanna
  2. Itching Soul
  3. Queen Fatigue
  4. Norwegian Dastard
  5. Blame The Beggar
  6. Dawn
  7. The Towering Mountain
  8. Every Day Is Independence Day
  9. Darling Demon
  10. Starmonger
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