MARDUK – Memento Mori

Pubblicato il 29/08/2023 da
voto
8.0
  • Band: MARDUK
  • Durata: 00:41:57
  • Disponibile dal: 01/09/2023
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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Archiviate le celebrazioni per il trentesimo anniversario della band e le arie militanti del precedente “Viktoria”, risalente ormai al 2018 e coinciso con un brusco ma calcolato stop della ricerca sonora insita nel periodo con Mortuus alla voce, per i Marduk è di nuovo tempo di guardare al futuro tenendo sempre e comunque conto della tradizione leggendaria alle loro spalle.
Un iter che sa di familiare conferma del temperamento di un gruppo dallo stile sì seminale e codificatissimo, ma che a ben vedere non si è mai tirato indietro dall’aggiornarsi e dal compiere numerose deviazioni lungo il suo percorso artistico, nel segno di una macabra spinta interiore in grado di smuovere risultati ottimi e/o portentosi durante ogni fase della carriera.
Partendo da questa premessa e dal fatto che non ci troviamo al cospetto di un nuovo “Opus Nocturne”, “Nightwing” o “Rom 5:12”, diciamo subito che il quindicesimo full-length del terzetto (visto il recente licenziamento del bassista Joel Lindholm) può essere tranquillamente ascritto all’elenco delle opere black metal più significative e memorabili dell’anno; un volo in arie tempestose o un’immersione in acque scure da cui viene distillato un suono nuovamente profondo, rifinito e stratificato, che si ricollega alla varietà compositiva degli ultimi lustri oscillando tra autocelebrazioni di buon gusto e carte rimescolate al fine di introdurre qualche novità. Sfumature, dettagli, cambi di prospettiva, ma che danno un’idea di come nel 2023 la creatura del chitarrista Morgan sia ancora capace di incidere musica fresca e al contempo fedele alla linea, ricercando nell’oltranzismo la risposta a mille atrocità.
Nello specifico, “Memento Mori” rivitalizza il format introdotto dal mostruoso “Plague Angel” – e sviluppato brillantemente nei lavori successivi – operando con fare certosino sull’amalgama delle strutture, sulla componente melodica e sullo sviluppo di un riffing a tratti più moderno e aperto, guarnendo poi il risultato con i soliti, apprezzati rimandi al passato remoto del progetto (“Those of the Unlight”?) e con un uso dell’effettistica tanto sottile quanto inedito, fra trovate degne dei cugini Funeral Mist (le campane a morto di “Shovel Beats Sceptre”) e vere e proprie punteggiature orchestrali (il finale di “Blood of the Funeral”).
Una tracklist che, riflettendo sulla temporaneità della vita, finisce presto per diventare una corsa tra le braccia del decadimento e della morte, la cui vena apocalittica trova piena espressione in un songwriting umorale e ricco di saliscendi ritmici, lontano parente di quello severo e rigidissimo di fine anni Novanta. Anche negli episodi più feroci e tirati, quelli in cui è possibile saggiare tutta la preparazione di Simon Schilling dietro i tamburi (qui alla sua prima prova in studio con i Nostri), è infatti possibile imbattersi in una serie di tocchi di classe che elevano il discorso parecchie spanne sopra le carneficine immutabili di un tempo, mentre quando dai blast-beat brucianti si passa a cadenze più umane (la suddetta “Shovel…”, “Charlatan”, “As We Are”, arricchita dallo simil-spoken word del compianto LG Petrov) l’espressività dei Marduk odierni emerge definitivamente, dispensando nuovi particolari anche dopo svariati ascolti e garantendo una longevità non indifferente all’insieme.
Un memorandum sull’inevitabilità della nostra fine, certo, ma soprattutto l’ennesima prova di forza da parte di questi artisti straordinari, il cui talento è sempre più difficile da restituire a parole.

 

TRACKLIST

  1. Memento Mori
  2. Heart of the Funeral
  3. Blood of the Funeral
  4. Shovel Beats Sceptre
  5. Charlatan
  6. Coffin Carol
  7. Marching Bones
  8. Year of the Maggot
  9. Red Tree of Blood
  10. As We Are
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