MARILLION – An Hour Before It’s Dark

Pubblicato il 01/03/2022 da
voto
8.0
  • Band: MARILLION
  • Durata: 00:54:19
  • Disponibile dal: 04/03/2022
  • Etichetta:
  • earMusic

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“Torna a casa prima che faccia buio”, ci dicevano i nostri genitori, sperando che questa raccomandazione fosse sufficiente a proteggerci dai pericoli del mondo. Una paura atavica, quella del buio, che ha spinto l’Uomo a trovare un rifugio, perchè là fuori, quando fa buio ci sono cose mostruose. Eppure c’è anche tanta bellezza nella notte, come sappiamo bene noi che ci nutriamo quotidianamente di quella forma d’arte che più di tutte si è fatta ammaliare dalle lusinghe dell’oscurità. Il nuovo album dei Marillion rappresenta perfettamente questo contrasto, da una parte ponendo l’attenzione su una realtà che volge lo sguardo all’imbrunire e dall’altra dando all’ascoltatore un rifugio, un’ancora di salvezza messa in musica da un manipolo di musicisti sopraffini ed eleganti.
Dopo quell’inaspettato capolavoro di “F.E.A.R.”, i Marillion danno vita ad un album che non stravolge, ma consolida lo status di una band sempre a fuoco. L’album si apre con grande classe con “Be Hard On Yourself”, una lunga composizione capace di sintetizzare le diverse anime della band: ora malinconica, ora vibrante ed intensa, la musica del quintetto ci riporta alle atmosfere e alla struttura delle suite di “F.E.A.R.”. Il secondo singolo, “Murder Machine”, è più lineare e melodico, con una sezione ritmica dinamica e coinvolgente, che sembra fare da contrappeso alle tematiche affrontate dal testo di Hogarth. C’è lo spettro del Covid, ovviamente, un killer invisibile che trasforma un abbraccio o un bacio in una potenziale condanna, ma le macchine assassine, qui, sono anche gli uomini stessi, una chiave di lettura che alla luce dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina diventa oggi ancora più attuale.  Sempre in un bellissimo gioco di chiaroscuri, incontriamo prima “The Crow And The Nightingale”, un poetico e malinconico omaggio alla scrittura di Leonard Cohen, e poi “Sierra Leone”, uno dei vertici dell’album, in cui la musica invece si fa più luminosa, cristallina, disegnando paesaggi pennellati d’azzurro. La chiusura, anch’essa notevolissima, è affidata a “Care”, una suite di quindici minuti su cui svetta la chitarra di Steve Rothery. Non meno efficace, comunque, la performance di tutta la band, che appare sempre coesa, complice anche un’invidiabile longevità che li vede assieme con la stessa formazione da più di tre decenni. Impossibile non apprezzare il contributo di Mark Kelly, tastierista di rara classe, sempre misurato ma fondamentale nell’economia della band, così come la sezione ritmica di Pete Trewavas e Ian Mosley, elegante pur senza perdere nulla in forza ed energia. Non possiamo non citare, infine, il ruolo fondamentale ricoperto da Steve Hogarth, artista a tutto tondo che, a dispetto di chi continua a rimpiangere gli anni di Fish, ha avuto un ruolo centrale nella rinascita di una band che continua a mantenersi su livelli di eccellenza. “An Hour Before It’s Dark”, infatti, è il ventesimo tassello della discografia dei Marillion, un traguardo che in pochi possono vantare e che spesso coincide con una opaca riproposizione dei fasti del passato. I Marillion, invece, sono ancora una band viva ed emozionante, un luogo dell’anima ideale dove trovare rifugio nelle ore più buie.

TRACKLIST

  1. Be Hard On Yourself
  2. Reprogram The Gene
  3. Only A Kiss
  4. Murder Machines
  5. The Crow And The Nightingale
  6. Sierra Leone
  7. Care
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