7.0
- Band: MARIONETTE
- Durata: 00:48:30
- Disponibile dal: 22/10/2009
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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C’è qualcosa di grande tra di noi. Tranquilli, non stiamo rievocando i successi giovanilistici di Cesare Cremonini o lo stato di forma del Rocco nazionale, ma solo introducendo degnamente il comeback delle Marionette, quintetto svedese di belle speranze che, da noi intervistato all’alba della release del loro debut album "Spite", si congedò promettendo sconvolgenti rivelazioni musicali per l’immediato futuro. Bene, ora che quel momento è finalmente giunto, è ora di chiederci se ci troviamo di fronte al nuovo "Master Of Puppets". La risposta, come prevedibile, non può che essere negativa, ma ciò non toglie che "Enemies" sia tutt’altro che un brutto disco, anzi. Fedele al proprio stile, un’abile commistione tra il moderno melo-death svedese e lo stile visual-kei nipponico, la band scandinava si conferma come una delle migliori nuove leve partorite dalla scena nord-europea, riuscendo a veicolare all’interno della propria proposta un tasso di aggressività molto più marcato rispetto a quanto fatto sentire, ad esempio, dai loro connazionali Sonic Syndicate. Volendo essere puntigliosi potremmo evidenziare una mancata evoluzione rispetto al già citato esordio, ma, a fronte della carica dinamitarda sprigionata da canzoni come "The Swine", "The Lie" e "Creatures" meglio lasciare da parte il puntiglio e alzare il volume al massimo. "A Predator’s Portrait" e "Natural Born Chaos" restano un paio di spanne sopra, ma il posto lasciato vacante dai Soilwork appare nel mirino delle Marionette; e, se continueranno di questo passo, difficilmente mancheranno il bersaglio.