6.5
- Band: MARKO HIETALA
- Durata: 00:54:02
- Disponibile dal: 07/02/2025
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Dopo il debutto di cinque anni fa, intitolato “Pyre Of The Black Heart”, torna a farsi sentire Marko Hietala, musicista che molti si ricorderanno per la sua militanza – come bassista e cantante – nei Nightwish. Non ci sono molte notizie ad accompagnare il nuovo “Roses From The Deep”, edito ancora dalla Nuclear Blast e che vede impegnato l’artista finlandese nelle vesti di compositore, cantante e bassista.
Un po’ come successo con il precedente disco, le note positive di questo lavoro stanno nel fatto che, in questa veste solista, Marko può comporre senza alcuna barriera, dando spazio ad ogni sua influenza: la tracklist quindi risulta molto eterogenea, con composizioni che si muovono tra rock e metal, impreziosite da elementi quali prog, folk, ambient e musica orchestrale.
Se però il disco d’esordio a tratti risultava fin troppo soft, con una preponderanza di brani sinfonici e ballate dal sapore nordico e malinconico, qui sembra che l’imponente cantante nordico abbia voluto aggiungere un pizzico di energia in più: i momenti acustici sono ancora infatti presenti, ma spesso solo come brevi parentesi all’interno di canzoni più sofisticate. Ne è un buon esempio la lunga “Dragon Must Die” che riesce, all’interno dei suoi otto minuti, a presentare, con un discreto equilibrio, tutti gli elementi caratteristici del sound firmato da Marko Hietala: percussioni, riff potenti, passaggi acustici e cori.
Peccato che invece parte dei brani presenti scivolino via senza avere appigli abbastanza affilati per essere in grado di aggrapparsi nella mente dell’ascoltatore. Marko, come detto, prova a inserire maggior groove in alcune canzoni ottenendo un buon risultato con l’opener “Frankenstein’s Wife” che, accompagnata da una buona dose di arrangiamenti orchestrali, apre l’ascolto con un mood decisamente più allegro e spensierato rispetto alle sonorità più cupe che caratterizzavano il disco di debutto.
Meno riuscite invece la compatta “The Devil You Know” che punta tutto (troppo) su un ritornello semplice e diretto e “Proud Whore”, lineare e decisamente insapore. “Left On Mars”, singolo che ha visto la luce diversi mesi or sono grazie ad un video promozionale, vede la presenza della ex collega di band Tarja Turunen in un duetto capace di far emozionare qualche fan dei Nighwish ma che – nonostante un certo sentore sci-fi – poteva essere sfruttato meglio, visto che sono proprio le linee vocali a risultare poco incisive.
Possiamo quindi affermare che quando Marko prova ad inserire maggior vigore nei suoi pezzi, il risultato è poco esaltante e a tratti scontato, come dimostrano brani come “Impatient Zero” e la già citata “Proud Whore”.
Altro discorso per quanto riguarda i momenti più intimi: la malinconica “Two Soldiers” è davvero emozionante e appassiona, trasmettendo calore grazie al piano e a sfarzose orchestrazioni così come l’intensa title-track; due pezzi acustici perfettamente a loro agio nel mettere in risalto la voce penetrante e calorosa di Hietala, che in questi casi riesce a trasmettere vibrazioni importanti.
Ci aspettavamo qualcosa in più da un artista come Marko il quale, dopo aver rotto il ghiaccio ed essersi preso ben cinque anni di tempo, sembrava essere in possesso di tutte le carte in regola per ritornare con un lavoro di maggior peso; i momenti da ricordare in questo “Roses From The Deep” sono invece davvero pochi.