6.0
- Band: MAROON
- Durata: 00:46:17
- Disponibile dal: 24/04/2009
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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È trascorso un anno e mezzo dall’uscita di “The Cold Heart Of The Sun” e naturalmente i Maroon hanno già pronto un nuovo album. Inutile ormai aspettarsi troppe novità da questa band, che, dopo validi esordi e un lavoro molto apprezzato come “When Worlds Collide”, ha in pratica inserito il pilota automatico, spesso preoccupandosi più di come rimanere costantemente presente sulla scena che di come progredire dalle buone basi che aveva costruito. Il nuovo “Order”, non a caso, suona decisamente simile al suo predecessore, offrendo a grandi linee la stessa miscela di sonorità familiari e più o meno timidi accenni di sviluppo. Fra questi ultimi, vanno assolutamente annoverate “Bleak” – canzone melodica dalle tinte gotiche che può risultare come un ibrido fra i Metallica del “Black Album” e i Paradise Lost – e “Children of the Next Level”, che invece offre accelerazioni black metal e un’atmosfera epicheggiante. Il resto del materiale, invece, è tipicamente Maroon, con tutti i pro e i contro del caso. Se infatti “Erode”, “Leave you Scared & Broken” o la conclusiva “Schatten” (quest’ultima cantata in tedesco) ci propongono un buon thrash-death di stampo svedese, con belle melodie e accenni acustici, il primo singolo “Stay Brutal” soffre di uno sviluppo iper prevedibile, che ovviamente sfocia in breakdown da fotocopiatrice, uno dei quali preceduto persino da un terribile parlato simil-Caliban. Stesso discorso per “This Ship Is Sinking” (dopo cinque secondi capirete già dove andrà a parare) e “Wolves at the End of the Street”, la quale si contorce su sè stessa in uno svolgimento noiosissimo. Competenza e banalità si alternano insomma per buona parte dell’album, per un risultato finale comunque più positivo che negativo. Diciamo infatti che formalmente “Order” non è mal concepito… i dubbi sorgono quando si tratta di esaminare l’effettiva incisività di alcune delle trame che il gruppo utilizza. Queste ultime potranno forse andare bene per i novizi, ma per i Maroon si sta facendo sempre più difficile riuscire a stupire chi li segue dal primo album, complice anche un livello di ispirazione in calo. Apprezziamo un brano come il succitato “Bleak”, ma preferiremo sempre vecchi classici come “The World’s Havoc” o “Stillborn” a uno “Stay Brutal”.