8.0
- Band: MARRIAGES
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 07/04/2015
- Etichetta:
- Sargent House
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Atmosfere bucoliche, voce distante e chitarre liquide. Questi erano gli ingredienti principali di “Kitsune”, apprezzatissimo debutto dei Marriages. Sono però trascorsi tre anni dalla pubblicazione di quell’opera e nel frattempo gli ex Red Sparowes hanno tracciato nuove direttrici per il loro suono. Se un tempo i californiani si muovevano con afinalismo, inseguendo forme indistinte spesso perse nella nebbia dello shoegaze e del post rock/metal più dilatato, oggi i tre si librano con più libertà e decisione, abbandonando in parte le rarefazioni tipiche del lavoro precedente per abbracciare suoni e strutture più concreti e trascinanti. L’evoluzione è forse diretta conseguenza della definitiva presa di coscienza di Emma Ruth Rundle, che, dopo aver sperimentato col microfono su “Kitsune” e con alcuni vecchi progetti, col nuovo “Salome” assurge al ruolo di vera e propria frontwoman, mettendo in mostra un estro canoro che sin qui era solo parzialmente immaginabile. Se tre anni fa la Rundle ammaliava l’ascoltatore con vocalizzi che si mischiavano e perdevano all’interno delle trame chitarristiche – secondo la tradizione shoegaze – oggi la Nostra, in canzoni splendide come “Southern Eye” o la title track, lo coinvolge e lo invoglia a cantare con lei su registri potenti e camaleontici. A ogni strofa la sorpresa è dietro l’angolo: la sua voce gratterà, salirà su sinuosa o rallenterà strisciando tra gli strumenti? Senza tradire le proprie origini, i Marriages compongono quindi quello che sinora è il loro lavoro più fisico: sia nel comparto ritmico che in quello vocale emerge una particolare vena percussiva, con beat e parole che sferzano l’aria pesante e grigia, mentre a lato si ergono chitarre ricche e spavalde, nelle quali si rintracciano un’epicità e una tensione sinora mai così marcate. È come se la Rundle e i suoi compagni avessero tutto ad un tratto scoperto il loro lato carnale e malizioso: queste nuove tracce sono garbate negli arpeggi, ma altamente contagiose nelle linee vocali, pronte ad esplodere nelle orecchie di chiunque le ascolti. I Marriages da oggi non sono insomma più un mistero o un prodotto di nicchia: con uno stile che coniuga alla perfezione Red Sparowes (ovviamente), The Gathering, Siouxsie & the Banshees e The Cure e che è esemplare nella sua scorrevolezza ed integrità, il terzetto è inaspettatamente diventato un tesoro da spartire per varie fasce di pubblico.