MARRIAGES – Salome

Pubblicato il 05/05/2015 da
voto
8.0
  • Band: MARRIAGES
  • Durata: 00:45:00
  • Disponibile dal: 07/04/2015
  • Etichetta:
  • Sargent House

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Atmosfere bucoliche, voce distante e chitarre liquide. Questi erano gli ingredienti principali di “Kitsune”, apprezzatissimo debutto dei Marriages. Sono però trascorsi tre anni dalla pubblicazione di quell’opera e nel frattempo gli ex Red Sparowes hanno tracciato nuove direttrici per il loro suono. Se un tempo i californiani si muovevano con afinalismo, inseguendo forme indistinte spesso perse nella nebbia dello shoegaze e del post rock/metal più dilatato, oggi i tre si librano con più libertà e decisione, abbandonando in parte le rarefazioni tipiche del lavoro precedente per abbracciare suoni e strutture più concreti e trascinanti. L’evoluzione è forse diretta conseguenza della definitiva presa di coscienza di Emma Ruth Rundle, che, dopo aver sperimentato col microfono su “Kitsune” e con alcuni vecchi progetti, col nuovo “Salome” assurge al ruolo di vera e propria frontwoman, mettendo in mostra un estro canoro che sin qui era solo parzialmente immaginabile. Se tre anni fa la Rundle ammaliava l’ascoltatore con vocalizzi che si mischiavano e perdevano all’interno delle trame chitarristiche – secondo la tradizione shoegaze – oggi la Nostra, in canzoni splendide come “Southern Eye” o la title track, lo coinvolge e lo invoglia a cantare con lei su registri potenti e camaleontici. A ogni strofa la sorpresa è dietro l’angolo: la sua voce gratterà, salirà su sinuosa o rallenterà strisciando tra gli strumenti? Senza tradire le proprie origini, i Marriages compongono quindi quello che sinora è il loro lavoro più fisico: sia nel comparto ritmico che in quello vocale emerge una particolare vena percussiva, con beat e parole che sferzano l’aria pesante e grigia, mentre a lato si ergono chitarre ricche e spavalde, nelle quali si rintracciano un’epicità e una tensione sinora mai così marcate. È come se la Rundle e i suoi compagni avessero tutto ad un tratto scoperto il loro lato carnale e malizioso: queste nuove tracce sono garbate negli arpeggi, ma altamente contagiose nelle linee vocali, pronte ad esplodere nelle orecchie di chiunque le ascolti. I Marriages da oggi non sono insomma più un mistero o un prodotto di nicchia: con uno stile che coniuga alla perfezione Red Sparowes (ovviamente), The Gathering, Siouxsie & the Banshees e The Cure e che è esemplare nella sua scorrevolezza ed integrità, il terzetto è inaspettatamente diventato un tesoro da spartire per varie fasce di pubblico.

TRACKLIST

  1. The Liar
  2. Skin
  3. Santa Sangre
  4. Southern eye
  5. Binge
  6. Salome
  7. Less Than
  8. Love, Texas
  9. Contender
4 commenti
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