MARS RED SKY – Apex III (Praise For The Burning Soul)

Pubblicato il 08/03/2016 da
voto
8.0
  • Band: MARS RED SKY
  • Durata: 42:20
  • Disponibile dal: 26/02/2016
  • Etichetta:
  • Listenable Records
  • Distributore: Audioglobe

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Per i veri amanti degli overdrive impolverati, fuzz roboanti e Orange fumanti il nome Mars Red Sky non dovrebbe essere sconosciuto. Una caterva di EP e due album di notevole fattura rimangono alle spalle di questo nuovo tassello discografico chiamato “Apex III (Praise For The Burning Soul)”, che – diciamolo subito – rappresenta la consacrazione del sound della band di Bordeaux. Il lato più beatlesiano raggiunge qui la sua migliore fusione con lo stoner più massiccio e corposo (“The Whinery”), in alcune delle sue forme più relative ad un divenire musicale che però non è necessariamente schiavo del crescendo e della botta sonora finale. La fluidità dei brani e la loro prosecuzione rispetto al precedente “Provenance” coglie la maturità stilistica del trio transalpino e la avvicina a delle idee interessanti (l’occulta “Mindreader”), panorami sonori quasi post-rock (“(Alien Grounds)”), ad una commistione di generi e influenze che tirano in mezzo lo sludge apocalittico, le melodie à la Nick Drake, i Flaming Lips dei Pink Robots (“Prodigal Sun”), gli Electric Wizard e i Black Sabbath. Il lavoro di Kinast e Gazeau è granitico e solido come un monolite spaziale e si sposa con il tocco fluorescente e psichedelico di Pras che non fa perdere nulla del suo fascino grezzo e potente del Big Muff, unendo ancora meglio che in passato queste due facce della psichedelia, lo space rock più sognante alla potenza e ai rallentamenti del doom/sludge (“Under The Hood”). Nel live, inoltre, i Mars Red Sky sono soliti gonfiare, appesantire e rallentare ancora di più i loro brani e in questo senso sicuramente le canzoni di “Apex III” potrebbero addirittura ricevere un apporto ancora più fascinoso e visionario. In poco più che mezza decade di carriera il trio francese è riuscito a imporsi come uno dei nomi di punta per la rinascita dell’heavy psych cazzuto, ben arrangiato e sintetizzato nella sua forma più moderna, almeno al pari degli Uncle Acid & The Deadbeats. D’altronde quando Beatles e Black Sabbath si incontrano di nuovo senza esserne mera copia ed imitazione, si è già detto molto. L’album è stato influenzato dalla lettura di “The Burning Soul” di Jon Connelly e “The First Fifteen Lives Of Harry August” di Claire North e anche sul lato lirico c’è probabilmente una sorta di sistematicità che acuisce il fattore di labor limae che contraddistingue la maturazione stilistica della band. I Mars Red Sky sono una band da tenere d’occhio. Poco ma sicuro. E, con il compagno di culla discografica “Infernal Machine” dei New Keepers Of The Water Towers, la Listenable riesce a sfornare nel giro di una settimana una doppietta di uscite heavy psych decisamente sopra la media.

TRACKLIST

  1. (Alien Grounds)
  2. Apex III
  3. The Whinery
  4. Mindreader
  5. Under The Hood
  6. Friendly Fire
  7. Prodigal Sun
  8. Shot in Providence (Bonus Track)
2 commenti
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