8.0
- Band: MARTHE
- Durata: 00:43:26
- Disponibile dal: 20/10/2023
- Etichetta:
- Southern Lord
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Marthe è una one woman band guidata dalla polistrumentista e cantante Marzia, personaggio attivo da parecchi anni nell’ambiente punk e death rock italiano, con gli Horror Vacui a rappresentare la realtà di maggior rilievo, grazie al notevole successo underground ottenuto dalla loro personale interpretazione di sonorità post punk dalle frequenze oscure e sibilline. Con Marthe l’esperienza acquisita e la padronanza dei mezzi di Marzia vengono indirizzate verso un contesto maggiormente pesante e metal, con tetre suggestioni che raccontano di un passaggio obbligato attraverso le terre popolate dai propri demoni.
Dopo aver dato alle stampe un demo e un singolo negli scorsi anni, il progetto giunge al traguardo del full-length di debutto con questo “Further in Evil”, risultato di una ricerca musicale che intende combinare certi stilemi e l’estetica del black o del doom metal con la ruvidezza e l’istintività del mondo anarcho/crust punk. Da questo incontro scaturisce un linguaggio personale e vitale, un suono inaspettatamente coeso e dall’alto tasso di densità emotiva.
Le ritmiche cadenzate lasciano spesso intravedere un certo riflesso epico e questo incedere a tratti marziale favorisce l’ascesa dei riff, i quali costituiscono quasi sempre la struttura portante dell’intero brano. L’approccio ruvido e fiero di certi passaggi potrebbe far pensare a strutture molto semplici, con pochi motivi reiterati quasi allo spasimo, fino a decomporsi; la tracklist del disco, tuttavia, presenta anche degli episodi piuttosto articolati, con la rozza epicità dei Bathory, la sfrontatezza di “A Blaze in the Northern Sky” e le ritmiche quadrate degli Amebix spesso utilizzate come incipit di una narrazione che poi è anche in grado di condurre a echi di gothic-doom dilatato, i quali determinano un effetto di grande suggestione all’ascolto, con inattese derive di esoterismo psichedelico.
È insomma necessario prestare una certa attenzione allo svolgimento di questa manciata di composizioni (compresa l’eterea cover di “Sin in my Heart” di Siouxsie and the Banshees posta in chiusura), nella quale Marthe prova ad ergersi a baluardo di una sorta di metal-punk a passo lento, dove un’esecuzione e una resa sonora molto essenziali spesso nascondono una musicalità tortuosa, dalle tonalità profonde e dal gusto melodico decadente, con in più alcuni estemporanei spiragli di grandeur che strizzano appunto l’occhio al vecchio Quorthon.
Più meditato e maturo della pregevole impudenza presentata nel demo, eppure fragile e umbratile, “Further in Evil” allinea litanie per una voce sotterranea e inquieta, ma al tempo stesso riesce anche a piegare l’ascoltatore al proprio volere tramite i suoi clangori elettrici e al suo incedere contagioso, ricordando per spirito e vocazione altre realtà ‘ibride’ come Nightfell o Morne. Un suono dunque esposto alla sofferenza, al disincanto che trascende nella rabbia, capace però di cercare una pacificazione sofferta e aperta alla speranza.