MARUTA – Remain Dystopian

Pubblicato il 30/06/2015 da
voto
8.0
  • Band: MARUTA
  • Durata: 00:27:42
  • Disponibile dal: 02/06/2015
  • Etichetta:
  • Relapse Records
  • Distributore: Audioglobe

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Il grindcore è un genere troppo versatile per non sfruttarne appieno le mille potenzialità espressive. Lo sanno bene i Maruta, musicisti che in quasi dieci anni di carriera non hanno mai avuto il timore di osare e sperimentare, allontanandosi poco per volta dalla loro zona di comfort (presieduta da Pig Destroyer e Leng Tch’e e saldamente occupata fino al debutto “In Narcosis”) con l’intento di cimentarsi in qualcosa di meno inquadrato e più personale. A questo proposito, il precedente “Forward Into Regression” aveva già lasciato intravedere dove potesse arrivare il quartetto floridiano, ma è soltanto con “Remain Dystopian” – disco che per altro sancisce ufficialmente l’ingresso della band nel roster Relapse – che le sue reali mire artistiche vengono a galla, concretizzandosi in un lotto di brani straordinariamente ricco di contenuti e sfaccettature, dal quale lasciarsi travolgere e ridurre in pezzi. L’atmosfera che permea queste diciassette schegge impazzite è densissima, asfissiante, e trova perfettamente riscontro (oltre che nell’artwork post-apocalittico) in un comparto strumentale che sembra il frutto degenere di un olocausto nucleare: le chitarre si contraggono insistentemente come in preda a spasmi, vomitando riff nervosi e scattanti e disseminando il tutto di dissonanze spaccatimpani, minuziosamente intarsiate nel contesto di ogni traccia, mentre la batteria – ligia al proprio dovere – imbastisce uno scheletro ritmico impressionante in termini di potenza e fantasia, alternando tremende scariche di blast-beat, pregevoli giochi di piatti e decelerazioni repentine alla maniera di un invasato sotto acidi. Non è da meno – ma c’era da aspettarselo – il frontman Mitchell Luna, in grado con la sua vocalità poliedrica di accentuare l’impatto già di per sé severissimo della musica racchiusa in questi solchi, cocktail di grind, math-core, death e sludge che vede mescolati come se nulla fosse Pig Destroyer, Discordance Axis, The Red Chord e Portal fino al raggiungimento di una reazione chimica devastante. Un songwriting fluido e intelligente, messo al completo servizio di gioiellini come “Stride Endlessly Through Scorched Earth”, “Submergence Aka Barren Oceans Of Infinity” e “Psalm For The Withered”, rappresenta insomma la chiave di volta del successo di questo “Remain Dystopian”, opera consigliata non soltanto ai vari grindfreaks, ma a tutti gli appassionati di extreme metal evoluto. Ventisette minuti che fanno più male di intere discografie.

TRACKLIST

  1. Genocide Interval
  2. Hope Smasher
  3. The Void Within
  4. Minimal Progress
  5. Protocol For Self Immolation
  6. Absolutist
  7. Stride Endlessly Through Scorched Earth
  8. Submergence Aka Barren Oceans Of Infinity
  9. Erode
  10. Stand In Defeat
  11. Remnants Of Failed Utopia
  12. I, Usurper
  13. Durandal
  14. Psalm For The Withered
  15. Return To Zero
  16. Slaying Jehova
  17. Immune
1 commento
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