6.0
- Band: MASSACRE
- Durata: 00:44:23
- Disponibile dal: 24/03/2014
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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La nuova incarnazione dei Massacre, quella guidata da Rick Rozz e Terry Butler e priva dell’apporto dell’inconfondibile frontman Kam Lee, giunge all’appuntamento del primo full-length post-“reunion”. L’EP-antipasto “Succumb To Rapture” era riuscito nel compito di accrescere un po’ di entusiasmo attorno a questa operazione, visto che presentava due brani più che discreti, fermamente ancorati nello stile death metal del classico “From Beyond”. La nuova opera, tuttavia, smorza tale ebbrezza nel giro di poco: i Massacre, proprio come i conterranei Obituary e Six Feet Under, sembrano essere incapaci di confezionare qualcosa davvero in grado di imprimersi, di superare la prova del tempo e, ovviamente, di reggere (anche solo in parte) il confronto con il materiale dei cosiddetti tempi d’oro. Sarà forse il sole della Florida, che col tempo rasserena e assopisce gli animi, ma, ad eccezione dei Cannibal Corpse, non ricordiamo molte band storiche di questa gloriosa scena capaci di tornare con dei lavori realmente convincenti. Basta prendere in esame quanto offerto ultimamente da certi coetanei europei dei Nostri e paragonarlo a ciò che è ascoltabile su “Back From Beyond” per restare freddini. Insomma, non pensate assolutamente di trovarvi davanti a qualcosa di paragonabile ai ritorni di Asphyx, Carcass o Grave: il nuovo album dei Massacre purtroppo non possiede un simile brio, nè riesce a far immaginare un possibile cambio di marcia nel prossimo futuro. In fin dei conti, i brani migliori di questo come-back sono quelli già inclusi nel precedente EP: accanto a “Succumb To Rapture” e alla title track possiamo citare l’opener “As We Wait to Die” e “Shield Of The Son”, ma la lista finisce qui o poco dopo. Molte delle strutture appaiono piatte, ma queste, d’altra parte, reggono dei riff che troppo spesso suonano esclusivamente generici o riciclati, nel complesso non all’altezza di quelli che più o meno recentemente ci sono stati offerti dalle realtà succitate o da giovani rampolli come Skeletal Remains o Torture Killer. Rick Rozz proviene dalla veccia scuola e ha sempre suonato in maniera semplice e diretta, ma ciò non è una scusante, visto che si può tranquillamente essere essenziali e ficcanti al tempo stesso, come da tempo ben dimostrano altri “dinosauri” del genere. “Back From Beyond” è sfortunatamente un disco che ricorda le ultime prove degli Obituary: un lavoro che vive di passione e nostalgia dei tempi andati, dotato di qualche colpo di coda, ma sostanzialmente statico e povero di idee. Non era certo il caso di pretendere una rivoluzione in casa Massacre, avremmo altresì gradito un bel disco old school con tutti gli ingredienti tipici; tuttavia, anche partendo da queste basi, l’ispirazione di Rozz e soci oggi è evidentemente limitata o quantomeno insufficiente a coprire la durata di un full-length. Un EP con i brani più incisivi, seguito magari da un tour con il meglio del repertorio, sarebbe forse stata una scelta più accorta per queste vecchie glorie.