8.0
- Band: MASSACRE
- Durata: 00:38:24
- Disponibile dal: 01/07/1991
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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Qualche inesperto potrebbe liquidare i floridiani Massacre considerandoli degli scarti dei Death: è indubbiamente vero che ognuno dei membri ha avuto a che fare più o meno a lungo con la band di Chuck Schuldiner, è altrettanto vero che ognuno di loro ha più o meno avuto qualche screzio con lui, ma parlare di scarti non rende affatto giustizia alle qualità del gruppo, messe in particolare evidenza sul loro debut album. Affrontare “From Beyond” significa confrontarsi con un disco che all’epoca ebbe la sua risonanza, sia per i nomi coinvolti (Rick Rozz, Bill Andrews, Terry Butler e Kam Lee, la cui voce è tutt’ora leggendaria), sia per la qualità intrinseca del livello compositivo, che è uno dei due cardini su cui poggeremo la nostra disamina; l’altro sta al livello stilistico. Risulta subito evidente, infatti, come questo disco raccolga l’eredità dei primi Slayer, e dei prime-movers del thrash in generale, oltre a quella dei primissimi Death per poi elaborarla nella veste migliore possibile (grazie anche ad una produzione all’altezza): non a caso possiamo riferirci a “From Beyond” come ad una delle vette creative di quel death metal primigenio. Tale serie di asserti ha una logica conseguenza su tutte le composizioni: la caratteristica portante di tutto il disco è difatti la velocità esecutiva, supportata da linee di batteria piuttosto dritte (con una presenza del doppio pedale ridotta al minimo sindacale) e debitamente efficaci; riff dal sapore molto classico, intermezzati dagli immancabili soli “a fischio”, permettono comunque di rimanere distanti dal parossismo. All’interno del loro preciso canone stilistico, inoltre, i Massacre mostrano una certa duttilità di songwriting, al punto che il loro primo album può pensarsi strutturato su tre movimenti: trittico iniziale, parte centrale e parte conclusiva. Se nella prima sezione le atmosfere sono maggiormente tirate, la seconda si presenta come quella di maggior varietà, grazie a “Chamber Of Ages”, notevole per trame di chitarra complesse ma fluide, alla title-track, in cui risalta un certo qual epos nel rallentamento atmosferico centrale, e a “Defeat Remains”, indubbiamente il pezzo più affine al thrash. La sezione conclusiva, invece, è un po’ la sintesi delle altre due, visto il ritorno di canzoni velenose ma memori del groove dei pezzi precedenti: su tutte “Corpsegrinder”, per il suo diffuso alone di malvagità. In conclusione possiamo affermare come, ad oggi, “From Beyond” sia la miglior testimonianza dei Massacre, per via della summa di spontaneità ed ispirazione mai più replicata da un gruppo che, ad ogni modo, può vantare una certa influenza su tutte le band che praticano l’arte ibrida chiamata death-thrash.