MASSEN – Gentle Brutality

Pubblicato il 25/08/2023 da
voto
7.5
  • Band: MASSEN
  • Durata: 00:41:31
  • Disponibile dal: 25/08/2023
  • Etichetta:
  • Apostasy Records

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Dopo aver attraversato ben due cambi di moniker nel corso della loro carriera – prima Total Disaster, dal 2003 al 2007, poi l’impronunciabile Massenhinrichtung, dal 2007 al 2020 – avevamo conosciuto i bielorussi Massen due anni fa grazie al valido disco ‘di debutto’ “ContrAesthetic”, compendio di metal estremo tuttigusti che non dispiaceva ma che lasciava poco di solido tra le tempie.
In questo biennio la band originaria di Minsk, vista la situazione poco chiara (o meglio, chiarissima!) del proprio paese, ha pensato bene di trasferirsi di stanza in Germania, a Berlino, e di ripartire da duo, congedando il resto del gruppo: restano infatti il principale compositore Aleerma a voce, chitarra, basso, batteria e tastiere e la sua fedele partner Karalina ‘Kara’ Nasko al violino. Con questa line-up striminzita, i Massen si ripropongono su Apostasy Records con il secondo “Gentle Brutality”, che segue l’EP interlocutorio “Chaos Leading To Harmony” rilasciato nel 2022. Piccola ma fondamentale aggiunta: una nuova vocalist (si presume) session ad occuparsi delle voci femminili, purtroppo non ben identificata in nessuna nota promozionale conosciuta al momento della stesura della presente recensione.
Un’abbondante premessa, vero, ma utile a farci contestualizzare bene questo interessante combo dell’area ex sovietica: la sensazione di album retrò che permeava il precedente full è del tutto sparita, ora sostituita da un’aura, se non ‘modernaiola’, sicuramente al passo dei tempi, sostenuta da una produzione bombastica e dal master di Oystein G. Brun dei Borknagar, in grado di valorizzare i gustosi arrangiamenti che Aleerma e Kara mettono sul piatto.
La direzione stilistica è ancora piuttosto a trecentossesanta gradi, nel senso che ai Massen piace evidentemente spaziare tra le varie correnti del metal estremo, dando la precedenza a black, pagan, symphonic e folk, ma non disdegnando praticamente mai accenni death, thrash, gothic, black’n’roll, e cimentandosi perfino in due semiballate anche molto ben riuscite.
Non che tutto sia perfetto in “Gentle Brutality”, ma il salto di qualità è notevole rispetto al recente passato: il duo della Russia Bianca commette lievissime ingenuità in qualche frangente, come ad esempio nell’incipit di “Askoma (Sorethroat)”, un campionamento industrial di qualche secondo che nulla proprio c’azzecca in merito; oppure nell’inserire un passaggio di voce pulita maschile nella pacifica “Together Alone”, gestita fino a quel momento dalla sola, veramente superlativa, voce femminile.
Ecco, proprio la prestazione della controparte gentile dei Massen è l’elemento aggiunto a tutto il songwriting del combo: le splendide parti cantate e gorgheggiate completano benissimo la proposta del gruppo senza addolcirla troppo e senza snaturarne mai le roboanti atmosfere epiche e guerreggianti, eccezion fatta nei momenti più tranquilli dove la malinconia ed un certo mal di vivere emergono subdolamente.
La tracklist è varia, e se in “ContrAesthetic” tale varietà ci aveva leggermente disorientato, in “Gentle Brutality” il viaggiare da un’emozione all’altra è assolutamente proficuo: si parte dall’elegante brutalità di “Energy System”, il brano che vi consiglieremmo di ascoltare se dovessimo scegliere una canzone di presentazione, quadrato, possente ma anche organico e strutturato, con un ritornello femminile radioso ed imponente ed uno spezzone centrale in crescendo trascinante.
Al pezzo più lungo – come a far notare che a loro piacciono gli estremismi – i Massen fanno seguire quello più corto, il death-oriented “Corps De Ballet”, volutamente caotico ed aggressivo, vera e propria altra faccia della medaglia.
“Disgusted” parte invece come una qualsiasi canzone dei Satyricon black’n’roll, per poi innervarsi di pagan-folk con un violino saltellante, mentre più avanti “Throwing The Stones” segue la scia ma lo fa più in direzione del folk-death in salsa Suidakra. La conclusiva “Our Melody Is Not Dead”, che inizia curiosamente con la voce di Aleerma ad annunciarla come se fosse un estratto live, rispecchia e accentua ancor più la bellezza roboante dell’opening track (fantastico il lunghissimo assolo di violino che accompagna tutta la seconda parte!), congedandoci in modo vigoroso dal disco, inaspettatamente propensi ad ascoltarlo subito un’altra volta.
E le due semiballad di cui sopra, direte voi? Sì, vero, le abbiamo lasciate per ultime. Svolgono alla perfezione i loro compiti, ovvero quello di allentare qualche minuto la presa ferrea del disco e quello di dare luce ad un’altra (ennesima) forma dei Massen: “Together Alone” è più classica, con toccanti strofe femminili, ritornelli lamentosi, soli emozionali, special centrale e chiusura a crescere, come già spiegato forse un pelo pretenziosa nel voler aggiungere a tutti i costi la voce maschile; cosa che non succede – bene! – nella superlativa “Dym Idzie (Smoke Is Going To The Sky)”, in cui la sconosciuta vocalist si erge ad assoluta protagonista per una semiballata folk intensa, sentita e da inscrivere di diritto nei migliori annali delle ballate folk metal.
Deciso passo in avanti, dunque, per questo bravo duo bielorusso, che ora, dalla nuova base berlinese, potrà solo trovare terreno più fertile su cui attecchire e buon concime da utilizzare. Vedremo cosa succederà nei prossimi tempi, per ora ascoltate!

 

TRACKLIST

  1. Energy System
  2. Corps De Ballet
  3. Disgusted
  4. Together Alone
  5. Askoma (Sorethroat)
  6. Throwing The Stones
  7. Dym Idzie (Smoke Is Going To The Sky)
  8. Our Melody Is Not Dead
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