8.5
- Band: MASTODON
- Durata: 00:45:16
- Disponibile dal: /09/2006
- Etichetta:
- Warner Bros
- Distributore: Warner Bros
Una certa retorica disfattista che sembra essere propria di molti appassionati di musica afferma che il metal “tradizionale” sia morto una quindicina d’anni fa e che da allora le cose abbiano preso una piega funesta per certe sonorità. Non è ovviamente vero, e basta indagare poco sotto la superficie per accorgersene, ma ciò che si è invece costretti a constatare è che le fortune commerciali dell’heavy metal siano legate a transitorie folate del marketing più che a un effettivo interesse del cosiddetto grande pubblico. I casi di bands il cui seguito cresce di album in album nell’arco di un decennio o più, comuni negli anni Ottanta (basta pensare a Metallica, Slayer, Megadeth…), sono oggi rarissimi. Per questo il fatto che un gruppo come i Mastodon, tra i più intelligenti innovatori in ambito heavy metal, abbia posto la propria firma su un contratto targato Warner Brothers deve fare ben sperare. “Blood Mountain”, successore dello straordinario “Leviathan”, non solo ripaga quelle speranze, ma ne genera di nuove. Ad esempio quella che si sia trovata una nuova definizione di prog metal e che questa si possa scorgere nella complessità delle trame di brani come “Bladecatcher” o di “Siberian Divide”, ibrido scalciante tra aggressione e riflessione a cui partecipa Cedric-Bixler Zavala dei Mars Volta. “Blood Mountain”, insomma, è un disco che travolge e sorprende, che unisce istinto (le bordate thrash dell’opener The Wolf Is Loose”) e orecchiabilità (“Colony Of Birchmen”, praticamente i Queens Of The Stone Age con il gain a 10) senza malizie, creando strutture mai autoreferenziali, ma, anzi, semplificando dove necessario, alla ricerca del massimo impatto. Come sempre le prove individuali sono strepitose e il drumming di Brann Dailor appare in grado di trasfigurare un brano attraverso l’uso di figure ritmiche di rara efficacia. Ancora una volta i migliori della classe, i Mastodon realizzano con “Blood Mountain” il proprio disco più completo (impresa che, dopo “Leviathan”, sembrave improba), lasciando intendere che, in ogni caso, il bello deve ancora venire. Un disco heavy metal come si deve.