MASTODON – Hushed And Grim

Pubblicato il 26/10/2021 da
voto
8.0
  • Band: MASTODON
  • Durata: 01:26:17
  • Disponibile dal: 29/10/2021
  • Etichetta:
  • Reprise Records
  • Distributore: Warner Bros

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Questa volta è proprio un disco mastodontico quello offertoci qual fiero pasto da Troy Sanders, Brann Dailor, Brent Hinds, Bill Kelliher. Arginando la deriva melliflua e pacata dei comunque buoni full-length “Emperor Of Sand” e l’EP “Cold Dark Place”, il combo di Atlanta si riaffaccia sul mercato con una pubblicazione nientemeno che colossale. Quindici canzoni vere, quasi un’ora e mezza di musica, composizioni che tolte poche eccezioni non stanno sotto i cinque minuti ciascuna, una densità di particolari, visioni, influenze, esplorazioni degne dei loro momenti migliori. Ritorna rombante una potenza da metal band nel pieno del vigore, una volontà di essere heavy e massicci che non riscontravamo da qualche anno. Senza per questo accantonare l’orecchiabilità e le permutazioni attorno al concetto di classic rock, una commistione con il prog-sludge multicolore dei primi album che da “The Hunter” in avanti è divenuta la cifra distintiva del quartetto. Il quale stavolta spariglia le carte, o meglio, ne riprende in mano diverse tra quelle ultimamente trascurate, le mischia con quelle assai utilizzate in tempi recenti e dà vita a un album che in termini di varietà e ricchezza ha pochi eguali.
Le rullate in crescendo, minacciose, dell’opener “Pain With An Anchor” valgono come primo efficace indizio, per le meraviglie di lì a seguire. Un’apertura tracimante classe e la capacità della band di mutare il tema di partenza più volte, scandagliando nelle asperità del proprio sound, come di concedersi a delizie lisergiche, intrecciando tempi dispari a profusione a melodie chitarristiche e vocali cristalline. Un primo saggio di potenza, gentilezza e architetture ardite, che unisce il gusto prog di “Crack The Sky”, il tiro relativamente easy di “The Hunter” e gli stacchi veementi di “Leviathan”. In contrapposizione alle prove recenti, “Hushed And Grim” mette una considerevole pressione sull’ascoltatore: distorsione e volumi delle chitarre incombono su di noi come un magma multicolore, ambivalente nelle sensazioni emanate. È un attimo passare da mareggiate rombanti in procinto di schiantarsi, ad andamenti ondivaghi e un senso di pace avvolgente: un tourbillon di scenari ed emozioni che provoca un certo stordimento, nei primi ascolti, per ricompattarsi in una sua coerenza di fondo poco per volta. “The Crux”, tra accelerazioni colossali e pause quasi bucoliche, fonde tante anime, sgargiante e sfaccettata come il disco sa essere nella sua interezza. “Hushed And Grim” è un affresco del rock e del metal secondo la concezione mastodoniana, senza tralasciare nulla. In alcuni casi le variazioni e le asperità si presentano più smussate e mansuete, altrove ci si sbizzarrisce con la fantasia e la complessità, e ciò può accadere pure nella stessa canzone (“Sickle And Peace”). Le strutture divengono allora quelle di una suite, presentando una relativa circolarità in alcuni punti selezionati, più catchy, prima che sia una creatività sfrenata a prendere il sopravvento.
La band frequenta con successo parentesi di profonda tranquillità, mai troppo morigerate nella potenza sonora nè private di spinta ritmica; “More Than I Could Chew” e “Peace And Tranquillity” offrono una narratività ricca e pacata, ma non diventano nulla di troppo flebile o sonnacchioso. Un cavalcar l’onirico, in forme beate e vintage, che i Mastodon hanno a cuore e diventa spesso il trampolino di lancio per progressioni cariche di pathos, puntellate di cinematiche tastiere (“The Beast”). Il consegnarsi alla pura melodiosità è parimenti vincente (“Skeleton Of Splendor”, “Had It All”), come la sensibilità nello scrivere ‘singoli’ (“Teardrinker”, “Savage Lands”). La band maneggia registri esili con la medesima sicurezza di quelli vigorosi e terremotanti e, pur nella concitazione di molte tracce, si prende momenti di stacco, si concede a estasi soliste liberatorie: come i mostri sacri dell’hard rock settantiano lavora di fino con le melodie, si immerge appieno in pensieri pacati e li traduce in note.
Plumbea e misteriosa, nella seconda parte svetta il connubio di folk oscuro e prog di “Dagger”, con un’interpretazione vocale evocante magia e presenze ultraterrene. A sua contrapposizione, il classic rock rassicurante di “Eyes Of Serpents”, uno degli episodi più easy listening nell’intera storia della formazione. Sempre sul finale, impossibile non spendere due parole su “Gobblers Of Dregs” e il suo vorticare tra atmosfere prog d’annata sofisticate, ricordando da vicino alcune soluzioni liquide di “Crack The Skye”. Mentre “Gigantium” chiude in modi solari la contesa, nel segno di sonorità limpide e avvolgenti.
Riempitivi? Non pervenuti. I Mastodon con “Hushed And Grim” si ripresentano in grande spolvero, non tradiscono le attese e potrebbero anche riportare all’ovile coloro che avevano perso interesse nei loro confronti. Veri giganti del rock contemporaneo.

 

TRACKLIST

  1. Pain with an Anchor
  2. The Crux
  3. Sickle and Peace
  4. More than I Could Chew
  5. The Beast
  6. Skeleton of Splendor
  7. Teardrinker
  8. Pushing the Tides
  9. Peace and Tranquility
  10. Dagger
  11. Had It All
  12. Savage Lands
  13. Gobblers of Dregs
  14. Eyes of Serpents
  15. Gigantium
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