
8.5
- Band: MASTODON
- Durata: 00:44:43
- Disponibile dal: 22/09/2004
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Self
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Il buongiorno si era visto dal mattino con il bellissimo “Remission”, esordio sulla lunga distanza dopo un buon EP per gli statunitensi Mastodon, ma a quanto pare ciò che il lavoro precedente della band ci aveva lasciato intuire era una fetta piuttosto ristretta della torta. “Leviathan” è un disco che merita attenzione e dedizione non solo perchè intrinsecamente bello, ma piuttosto perchè spassionatamente, ontologicamente, metal. Spazzato il campo da influenze hardcore e genericamente post, i Mastodon si consegnano senza condizioni al genere, ne esplorano gli anfratti, ne sfruttano il debordante potenziale comunicativo, lo adattano alle proprie esigenze senza sfumarne i margini, ne fanno, insomma, un mezzo privilegiato di comunicazione diretta, di poetica brutale. Strumentisti funambolici eppure straordinariamente efficaci, compositori intelligenti e sinceri, i Mastodon rappresentano ad oggi lo stato dell’arte di un modo di intendere l’heavy metal che può vantare discendenza diretta dalla NWOBHM (il riff portante di “Blood And Thunder” parla meglio di me in questo senso), debordante feeling epico ed un approccio rozzo ed incisivo mutuato dal miglior death metal. Al di là delle esegesi legati ad imparentamenti di generi, ciò che conta è la travolgente quantità di emozioni che un album come “Leviathan” porta in sé; oscillante, nervoso, guerresco, un disco che è una tempesta e rappresenta non tanto tematicamente, ma piuttosto per quelli che sono i suoi valori di comunicazione pura, una declinazione cristallina, ortodossa eppure personalissima, di ciò che si intende per heavy metal. Nella metafora della caccia alla balena, dello scontro con la natura, si scatenano l’ispirazione e la sublime inclinazione della band a tessere trame epiche, solenni ma mai patetiche, dimostrando di possedere un equilibrio compositivo che rarissimamente abbiamo scorto in un gruppo heavy negli ultimi anni. Da ascoltare, perchè è un disco al quale è facile sentirsi affini e da cui è difficilissimo distaccarsi. Per ora l’album metal dell’anno.