7.0
- Band: MAYHEM
- Durata: 00:23:30
- Disponibile dal: 09/07/2021
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Dopo essersi imbarcati alcuni anni fa nel (mediocre) tour celebrativo di “De Mysteriis Dom Sathanas”, i Mayhem si sono trovati davanti a una scelta: restare su tale binario e diventare una band autocelebrativa, o imprimere una svolta netta.
Per (nostra) fortuna, Necrobutcher e soci hanno optato per la seconda strada, dapprima con l’uscita del notevole “Daemon”, vera e propria rinascita musicale della band, e poi riuscendo a dare nuova freschezza ai loro concerti, con la formula vista in era pre-Covid: alcuni brani dall’ultimo disco, una selezione con tanto di cappucci dal succitato primo album, che però in formula ridotta e integrata ha funzionato bene, e soprattutto la terza parte, in puro stile crust-punk. Ecco, la lunga premessa è per dire che è da qui che ripartono i Mayhem, e anche se “Atavistic Black Disorder / Kommando” è un EP dall’approccio scherzoso e dal netto carattere di intermezzo, i Mayhem fanno maledettamente sul serio. I primi tre brani sono outtake da “Daemon” e non usiamo la parola b-side perché lo spessore è notevole; chi di voi ha comprato edizioni speciali di tale disco ne ha già potute ascoltare un paio, e paradossalmente l’inedita “Voces Ab Alta” è un brano che può essere messo tra le migliori composizioni dell’era Attila. La seconda parte dell’EP offre quattro cover punk realizzate con amore, entusiasmo e sana goliardia, a testimonianza di come le radici dei Mayhem risiedessero in tale genere, anche come attitudine, quasi più che nell’extreme metal dei primi Ottanta. Spazio dunque a Discharge, Dead Kennedys, Rudimentary Peni e Ramones, e soprattutto al ritorno a sorpresa dietro il microfono di Messiah e Maniac, ospiti rispettivamente su “In Defense Of Our Future” (la migliore cover del lotto) e “Hellnation”.
Ora l’ultima certezza che ci manca è se il ritorno al passato continuerà in una veste magniloquente e maligna o sfrontata e feroce. Quale sarà, dei due lati qui presenti e ben espressi in tour, a vincere? Forse una perfetta sintesi dei due? Questo è l’unico dubbio che ci resta, ma di certo non ne abbiamo sull’ottimo stato di forma della band norvegese.