7.0
- Band: MAYHEM
- Durata: 01:20:01
- Disponibile dal: 15/09/2023
- Etichetta:
- Century Media Records
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Anche tra i veri appassionati di black metal, non sono pochi i detrattori degli attuali Mayhem: c’è chi li trova una band di plastica, vuoi per la formazione “senza membri originali”, vuoi per l’ormai consolidato ritorno di Attila alla voce, non amato proprio da tutti, vuoi infine per le loro esibizioni live, ormai cristallizzate sulla celebrazione di “Deathcrush”, “De Mysteriis…”, più una manciata di altri brani.
Trattandosi della recensione di un loro album dal vivo, partiamo proprio da qui. Certo, il primo tour celebrativo di “De Mysteriis Dom. Sathanas” era stata una discreta schifezza: suoni improbabili, presenza scenica sovracaricata ma poco incisiva, una band che non sembrava consapevole di cosa stesse facendo sul palco. Tuttavia, a distanza di sei anni (ma a ben vedere anche di pochi mesi, allorché i musicisti hanno iniziato a rodare), la band norvegese sembra aver reinterpretato al meglio l’idea di campare di autocelebrazione, e per chi vi scrive l’attuale formula non solo funziona, ma – per quanto si tratti di un circo già scritto e pianificato – esalta non poco. Anzi, a dirla tutta è difficile non trasformarsi in berserker sotto palco durante brani come “Malum”, “Pagan Fears” o tutta la sequenza finale, interpretata da Attila ormai costantemente sotto foggia di vecchio punk sporco (e assetato) di sangue. E questo disco, per quanto raccolga esibizioni da serate diverse – quindi la miglior scelta possibile di ciascun brano e un collage non proprio apprezzabile ‘concettualmente’ – rende benissimo l’idea del maelstrom di violenza, adrenalina ed esaltazione che i cinque sanno risvegliare sotto palco.
Come tutta la massa di uscite e ripescaggi live sfornati dai Mayhem negli ultimi anni, certo, “Daemonic Rites” non è imperdibile, se non per i fan più hardcore, anche se ci sentiremmo al tempo stesso di suggerirlo sinceramente a un neofita per capire tante cose: cosa sono oggi i Mayhem, cos’è il Male in musica (ovviamente passando per l’ugola di Attila), cosa i Mayhem hanno significato oltre trent’anni fa. Se invece restate dell’idea di una realtà posticcia e di un lavoro assemblato per monetizzare, ricordatevi che il secondo punto vale anche per dischi come “Unleashed In The East”. E che nei primi due album, qui proposti, c’erano due membri tuttora in forze al gruppo; proprio come per tante altre band estreme, compresi gli intoccabili amici Emperor con cui hanno condiviso l’ultimo concerto a Milano…