MAYHEM – Esoteric Warfare

Pubblicato il 20/05/2014 da
voto
8.0
  • Band: MAYHEM
  • Durata: 00:47:03
  • Disponibile dal: 06/06/2014
  • Etichetta:
  • Season Of Mist
  • Distributore: Audioglobe

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The True Mayhem, una dichiarazione d’intenti più che un monicker. La band più famosa del black metal torna con un nuovo album a sette anni di distanza da “Ordo ad Chao”, e torna inoltre con un nuovo chitarrista, Teloch, molto determinante per il risultato finale di “Esoteric Warfare”. L’addetto alla sei corde storico, Blasphemer, ha infatti preferito concentrarsi anni fa sugli Ava Inferi, lasciando a Teloch quindi – di fama Nidingr, oltre che session di God Seed e altri – la responsabilità delle chitarre. Oltretutto, “Esoteric Warfare” esce sul mercato vent’anni dopo “De Mysteriis Dom Sathanas”, album del quale questo richiama spesso le storiche atmosfere glaciali. Il tenebroso logo delle due croci rovesciate più famose del genere sforna quindi un album più vicino al grande “The Grand Declaration Of War” che a “Ordo ad Chao”. È più vicino a “T.G.D.O.W.” perché ne riprende le tetre ma moderne atmosfere, perché sperimenta e osa senza paura di fallire. Allo stesso tempo ha il trademark Mayhem, con alcuni rimandi al periodo di vent’anni fa. Proviamo dunque a descrivervi questo grandissimo ritorno dei norvegesi. L’album si lascia amare fin da subito, con “Psywar”: il drumming di Hellhammer è incessante nel suo veloce incedere; non è un blastbeat, è piuttosto una marcia molto spinta, contornata da riff glaciali che spesso si prendono tutta la scena, finché un’improvvisa accelerazione rimanda direttamente come atmosfere al capolavoro succitato, complice Attila. Pezzo allucinante, così come il seguente “Trinity”, uno dei brani più ricchi di pathos. Le canzoni non sono di diretta assimilazione, come le ultime produzioni Mayhem. Trame intricate, a tratti sconnesse o poco (volutamente) amalgamate al resto. Il tutto per rendere ogni ascolto sempre ‘nuovo’, in modo da apprezzare sempre di più la natura contorta di queste composizioni. Altri brani di cui bisogna dar conto assolutamente: “Pandaemon”, rapida sfuriata molto articolata con ancora una volta una prova maiuscola di Hellhammer dietro le pelli; “MILAB”, la quiete dopo la tempesta, placida ma malsana composizione dal sapore ambient, con il trademark Mayhem, fra le poche band capaci di creare atmosfera senza ricorrere ad altro che agli strumenti di base; “Corpse Of Care”, altra canzone capace di cambiare a più riprese al suo interno, dal debordante finale dove Teloch indovina una serie di riff velocissimi à la “De Mysteriis…”, tale è l’atmosfera creata. Menzione infine anche per “Posthuman”, brano più lungo e articolato di “Esoteric Warfare”, gemma posta nel finale non a caso: una rapida sfuriata cede subito il passo ad Attila, che canta sul basso di Necrobutcher e su un ritmo molto adagio di batteria, con la chitarra che fa capolino con riff lunghi a creare pathos per un qualcosa che sentiamo arrivare man mano che scorre il brano. Il crescendo, intervallato da nuovi ricorsi al blast, forsennati per via dell’abilità di Hellhammer, aumenta e trova la sua sublimazione in un riff fenomenale, scolpito nel ghiaccio in quanto a freddezza, ripetuto più volte, a creare un mood misterioso, melodico, il più placido del disco, visto che Attila non interviene a rompere l’atmosfera col suo latrato. Va sottolineata quindi la prestazione del vocalist, di spessore, il trait d’union fra i Mayhem di oggi e quelli del passato. Oltre a ciò ci sono anche i suoni, marci, chiusi, freddi, ben udibili, perfetti per una produzione Mayhem, nettamente migliori di quelli sordi di “Ordo ad Chao”. Sono tornati e reclamano con “Esoteric Warfare” il trono del Black Metal: chi potrà spodestarli?

TRACKLIST

  1. Watcher
  2. Psywar
  3. Trinity
  4. Pandaemon
  5. Milab
  6. VI.Sec.
  7. Throne of Time
  8. Corpse of Care
  9. Posthuman
  10. Aion Suntelia
11 commenti
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