8.0
- Band: MEFITIS
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 29/11/2024
- Etichetta:
- Profound Lore
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I Mefitis, duo californiano noto per la loro abilità nel fondere death e black metal con una visione altamente concettuale, tornano con un’opera che intreccia complessità compositiva e recupero di stilemi di culto degli anni Novanta, ridefinendo ancora una volta il proprio linguaggio artistico.
Questo nuovo album, un concept diviso in due capitoli distinti ma complementari, è una fusione di due sessioni di registrazione diverse avvenute tra il 2021 e il 2023. I quattro pezzi che compongono “The Skorian” e quelli di “The Greyleer” riflettono ciascuno un lato diverso del progetto, mantenendo però un’identità comune. Registrati su nastro analogico e poi digitalizzati, i brani acquisiscono una qualità sonora unica, densa e stratificata, che enfatizza il loro approccio al tempo stesso viscerale e intellettuale.
Rispetto a “Offscourings”, che si distingueva per la sua intricata tessitura chitarristica e le sue costruzioni armoniche quasi barocche (spesso sulla scia dei Dawn di “Slaughtersun” o dei Sentenced di “North From Here”), “The Skorian // The Greyleer” presenta una maggiore attenzione alla coesione e all’impatto dei riff principali. Pur mantenendo la complessità strutturale e la vena progressiva che ormai da tempo li contraddistingue, i Mefitis adottano quindi un approccio più diretto e ‘groovy’ (sebbene il termine debba essere interpretato nel contesto della loro estetica). Riff più massicci si alternano a momenti di intricata elaborazione, creando un equilibrio tra tecnica, atmosfera e forza d’insieme che in qualche circostanza può arrivare a ricordare certi Emperor, con esibizioni di grandeur, ma senza scadere nel revival symphonic black metal più becero. Di pari passo, anche il comparto vocale evolve in modo piuttosto significativo: accanto al classico screaming, trovano spazio cori e un cantato pulito ricco di enfasi, che aggiungono ulteriore varietà e, in certi casi, profondità emotiva ai brani.
Pur rinunciando in parte al costante virtuosismo e, per certi versi, alla personalità di “Offscourings”, “The Skorian // The Greyleer” compensa dunque con una vena compositiva più digeribile (nella title-track di “The Greyleer” vi è pure un che di metal classico) e una verve subito apprezzabile. Detto ciò, il gruppo, anche in questa veste più compatta, si conferma nato per sorprendere, non rinunciando mai ad arrangiamenti curati e a una certa complessità di fondo, nonostante le transizioni tra riff principali e passaggi più elaborati risultino fluide, creando una narrazione musicale che cattura sin dalle prime battute. Del resto, la componente black metal e quella death sono soltanto la base su cui il duo costruisce nuove, articolatissime architetture sonore che spesso trascendono ogni distinzione di genere: non a caso, i ragazzi tendono a definire la loro musica ‘dark metal’, un’etichetta che riflette la volontà di andare oltre e di concepire una proposta dove il carattere melodico e atmosferico conviva con una forza velenosa e un’architettura complessa.
Seppur nati all’interno del ricco calderone della scena estrema contemporanea, dopo solo una manciata di pubblicazioni possiamo dire che i Mefitis siano una realtà già in grado di fare storia a sé. Anche questa opera divisa in due capitoli risulta dotata di un fascino magnetico e di commistioni caleidoscopiche che annichiliscono le dualità più scontate, per una tracklist che richiede attenzione e dedizione, ma che ripaga con un’esperienza musicale particolarmente avvincente.