7.5
- Band: MEGADETH
- Durata: 00:53:12
- Disponibile dal: 15/09/2009
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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Abbiamo sperato, abbiamo pregato, qualcuno ha gettato la spugna, altri non hanno mai smesso di supportare il controverso Dave Mustaine nelle sue scelte che per un attimo sembravano voler portare i suoi Megadeth all’oblio. Sono passati quindici lunghi anni dall’ultimo immenso lavoro della band statunitense, quel “Youthanasia” che non è mai riuscito a vedere un degno successore negli anni a venire. “Endgame” invece rimescola tutte le carte in gioco e ci regala i Megadeth più violenti, tecnici ed aggressivi dell’ultima decade! L’atmosferica intro “Dialectic Chaos” serve solo ad aumentarci il battito cardiaco, come per spingerci a premere il tasto di avanzamento del lettore per ascoltare finalmente la prima traccia del disco. Shawn Drover ed il duo Mustaine/Broderick pestano sull’acceleratore senza timori su “This Day We Fight”, macinando potenti riff che sorreggono il cantato rabbioso, quasi incatenato di MegaDave. L’ex ascia Jag Panzer mette in mostra tutta la sua perizia tecnica e pulizia in ambito di assoli, quasi a volersi elevare a degno sostituto del mai dimenticato Marty Friedman. Con “1,320” riviviamo il sound tipicamente ottantiano delle vecchie composizioni della band, sorrette però da suoni pieni e spavaldi grazie al meticoloso lavoro di Andy Sneap al banco di registrazione. Non mancano episodi più easy listening (“Body Left Behind”) o lenti atmosferici (“The Hardest Part Of Letting Go…Sealed With A Kiss”) che nella parte centrale prendono letteralmente fuoco, ma probabilmente ciò che davvero manca ad “Endgame” per raggiungere la consacrazione assoluta è la presenza di una hit che si distingua rispetto al resto del disco. Le nuove canzoni viaggiano su un livello di qualità molto simile, si sente la mancanza di episodi come “Hangar 18” o una “Peace Sells” (giusto per citare due capolavori a caso) che hanno reso grandiosi i dischi che li hanno ospitati. Nonostante questa fondamentale mancanza, non si può che gioire di fronte ad un ritorno di questa portata. “Endgame”, per troppo tempo abbiamo aspettato un disco così!