7.0
- Band: MELECHESH
- Durata: 01:11:24
- Disponibile dal: 01/10/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Dunque, chiariamo subito una cosa: il nuovo disco dei Melechesh – il quinto e pluriannunciato “The Epigenesis” – è veramente, per certi aspetti, un lavoro ottimo e assolutamente competitivo, denotante una maturità artistica, stilistica e concettuale che ha poco da invidiare a qualsiasi altro gruppo. Avremmo potuto dargli di sicuro mezzo voto od un voto pieno in più, se solo non cadesse in un paio di difetti che ne ammorbano un po’ la fruizione, rendendone la tracklist un tantino pesantina. Ma partiamo da due considerazioni: il passaggio dalla storicamente underground Osmose Productions alla metalmajor Nuclear Blast ha posto Ashmedi e i Melechesh sotto i riflettori di una esposizione mediatica mai avuta in passato e per certi versi sfiancante – basti ricordare l’infinita e iper-pompata autobiografia del leader del gruppo mesopotamico, tuttora coltivata anche su queste pagine web; l’attuale predispozione del mercato a ricevere proposte di heavy metal – progressivo od estremo che sia – contaminato da partiture mediorientali/etniche sicuramente aiuterà un po’ i Melechesh, da secoli fautori di un metallo altamente corrotto da richiami alle gesta delle antiche civiltà assire, babilonesi e sumere. Detto ciò, torniamo a “The Epigenesis”: il disco decolla alla grande, con una prima parte a dir poco sensazionale e trascinante, capitanata dalla (possibile) hit “Sacred Geometry” e caratterizzata dalla bellezza ridondante della violenta ed evocativa “Grand Gathas Of Baal Sin” e della potentissima “Mystics Of The Pillar”. Arrivati alla strumentale “When Halos Of Candles Collide”, però, qualcosa si interrompe e, seppur restando su alti livelli compositivi e di adrenalina, i Melechesh si perdono in loro stessi, affogando nella prolissità e nella presunzione di un bel songwriting ma esageratamente pomposo e reiterato. Produzione, artwork, arrangiamenti carichi di strumenti tipici, qualità tecniche e validità di questi ragazzi non si discutono affatto, però bastava poco per rendere “The Epigenesis” un platter davvero da non perdere a tutti i costi. Attenzione, non stiamo per niente scrivendo di un fiasco e certamente i Melechesh verranno finalmente fuori con classe e capacità…ma la lungaggine, ancor più quando inutile, è un difetto che troviamo purtroppo grave.