7.0
- Band: MELVINS
- Durata: 00:45:49
- Disponibile dal: 03/06/2016
- Etichetta:
- Ipecac Recordings
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Questo nuovo studio album dei Melvins esce a tre anni dall’ultimo disco con una formazione a tre, a due anni dall’album in collaborazione con metà dei Butthole Surfers, a poco più di due mesi dalla pubblicazione di “Three Men and a Baby”. Quale sia la filiera ufficiale della loro discografia non si sa, né forse interessa più saperlo: l’importante è che King Buzzo e Dale Crover continuino a sfornare musica in cui, esattamente come per la loro biografia, c’è poco da capire. A questo giro, nomen omen, c’è un fottuto carico di bassisti, ben sei, che si dividono l’incombenza della scottante posizione; sì, perché come noto le quattro corde dei Melvins hanno visto alternarsi più persone della panchina dell’Inter, e forse un album di collaborazioni è quasi l’evoluzione naturale della storia di questa band. Ma, come sempre imprevedibili, ecco che quattro pezzi su dodici vedono impegnato al basso proprio Dale Crover, e stesso numero di pezzi per Steven Shane MacDonald, imbarcato da poco come bassista ufficiale della formazione (e giù toccate scaramantiche). Per il resto troviamo a bordo il vecchio amico e redivivo Krist Novoselic, Jeff Pinkus, Trevor Dunn e Jared Warren, evidentemente scalzato dal ruolo di bassista ufficiale dei Melvins. I nomi, insomma, sono quelli che ci si poteva aspettare, fatta salva forse l’assenza di un paio di mai troppo rimpianti membri storici; e la musica? Be’, nessun brivido, ma nemmeno nessuna delusione. Ci sono brani tradizionali sullo stile più tipicamente sludge e rallentato, come “The Decay of Lying”, “Beer Hippie” o “Captain Come Down”, che riportano alla mente lavori come “Stoner Witch” o “Houdini”. “Choco Plumbing” vede la formazione a quattro con i Big Business, Warren al basso (come detto) e Willis alla seconda batteria, e le coordinate sono esattamente quelle degli album collaborativi, in particolare i pezzi più cadenzati di “Nude With Boots”. Le ormai classiche reminiscenze americana fanno capolino in “I Want To Tell You”, poi un paio di brani più strambi (vedi “Planet Destructo”) e qualche boutade come “Shaving Cream” e il traditional “Take Me Out To The Ball Game” ed ecco che il gioco è fatto; nulla di nuovo, ma al tempo stesso quello che ci si può piacevolmente aspettare dai Melvins nel 2016.