7.0
- Band: MELVINS
- Durata: 00:61:27
- Disponibile dal: 31/05/2011
- Etichetta:
- Ipecac Recordings
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Centocinquantasettemillesimo album dei Melvins. Forse il milleottocentocinquantaquattresimo full-length, e il settecentosessantuneismo live. Francamente neanche lo sappiamo più. Ma se qualcuno crede che per questo non valga la pena parlarne, di questo “Sugar Daddy Live”, e che il prodotto in questione sia solo un’altra uscita diluita e inflazionata da parte degli iper-prolifici inventori dello sludge metal, be’, si sbaglia non di grosso, ma di grossissimo. Questo live in realtà è il primo documento che ritrae i Melvins “fusi” con i Big Business e in formazione a quattro (con due batterie dunque) intenti a livellare il pubblico dal palco di un live club, invece che le pareti in uno studio di registrazione – come avvenuto con le ultime tre uscite. Registrato durante uno stop californiano del loro tour del 2008, il set in questione pesca per lo più da dal terz’ultimo “(A) Senile Animal” e dal penultimo “Nude With Boots”, anche se dei momenti “storici” non mancano di certo, come una “Tipping The Lion” assolutamente da antologia, la devastante “Eye Flies” (forse la prima canzone sludge metal mai pubblicata) e una “Boris” finale che deve aver seppellito il povero pubblico presente sotto una colata di calcestruzzo. Comunque sia i Melvins non sono certo una band che ha delle “hits” e questo dà loro possibilità di scegliere la scaletta che vogliono, senza dover accontentare mai nessuno e assicurandosi così in sede live una libertà, un dinamismo e un’imprevedbilità che sono sempre totali. Oltre a questo King Buzzo e soci sono dei paraculi totali a cui non frega assolutamente un cazzo di cosa la gente vuole e non vuole, e chi li conosce questo lo sa bene, ragion per cui la questione “scaletta” è un capitolo che nel mondo live dei Melvins rimarrà chiuso e irrilevante per sempre. Per quanto riguarda la performance e il sound, invece, anche in “Sugar Daddy Live” ci troviamo sempre e comunque, ancora una volta, di fronte a un’esecuzione assolutamente sfiancante e delirante. I Melvins sono come il diesel di un camion, prima si scaldano per due o tre canzoni, poi, giunti alla quarta o quinta canzone, la band gira a pieno regime e a quel punto il sound dei Nostri è come un’enorme e bollente palla di melma rotolante. King Buzzo continua ad avere il sound più particolare, ricercato e monolitico che ci sia in circolazione e le sue linee di chitarra, sempre sospese a metà strada tra punk rock, crust, noise rock e doom metal, sono obese come ippopotami, taglienti e rumorose come una segheria e fottutamente enormi. Le due batterie, sempre “dirette” da uno stellare Dale Crover, offrono una propulsione alla band che pare inarrestabile e riempiono ogni spazio con una slavina di percussioni insopportabile e a tratti anche spiazzante e del tutto eclettica. Le voci di King Buzzo, sempre spiritate e bizzarre, sono il solito rantolo strafottente e goliardico di una band che si rifiuta imperterrita di seguire una qualsivoglia regola o logica, o di trasmettere il benché minimo senso di “serietà”. Il tutto, sempre e perennemente condito dalla solita vena ironica, sarcastica, paracula e cazzona che è divenuta ormai il marchio di fabbrica di una delle band più uniche, influenti, imprevedibili, e pesanti che siano mai esisitite. “Sugar Daddy Live” è null’altro che l’ennesima vittoria aggiuntasi alla discografia sempre più possente e entusiamante di una band unica che sta sempre più irremovibilmente in cattedra.