MELVINS – Tarantula Heart

Pubblicato il 17/04/2024 da
voto
7.0
  • Band: MELVINS
  • Durata: 00:39:48
  • Disponibile dal: 19/04/2024
  • Etichetta:
  • Ipecac Recordings

Spotify:

Apple Music:

Sulla base dell’esperienza, risulta quasi impossibile dire che un nuovo disco dei Melvins sia più folle dei precedenti, eppure “Tarantula Heart” riesce nell’intento fin dalla sua impostazione compositiva.
Affiancato un certo Roy Mayorga a Dale Crover, King Buzzo ha lasciato che i due si divertissero a inventare, sovrapporre o diluire pattern di batteria in libertà per poi comporre solo in seguito le parti di chitarra – e di basso, nuovamente appannaggio dell’ormai fedelissimo Steven McDonald.
Il risultato, per quanto non scioccante nella discografia dei Nostri, è un disco che manifesta pienamente uno spirito di divagazione e divertissement, con un risultato a tratti delirante, ma certo più variegato, al suo interno, delle ultime uscite. La prima traccia è il cuore del disco e anche quella in cui emerge l’impronta di improvvisazione pura, ovviamente ragionatissima: il riferimento – almeno concettuale – è il Miles Davis elettrico, e il risultato sono circa venti minuti di caos lisergico in cui Buzz non disdegna di autocitarsi per brevi frammenti, costruendo comunque con i suoi sodali un mastodonte complesso ma accattivante, che alterna sprazzi di pura melodia, oscurità, divagazioni quasi dark ambient.
“Working The Ditch” ha profonde pulsioni sludge/doom, come del resto connaturato da sempre per la band di Buzzo, che nelle sue intricate e acide trine di chitarra viene qui supportato da Gary Chester (We Are The Asteroid, Ed Hall) e sceglie una linea vocale abrasiva e insieme psicotica, soprattutto nel finale, che un tempo avrebbe potuto benissimo essere ottenuto da un loop ricorsivo in vinile.
La bizzarra melodia dissonante di “She’s Got Weird Arms”, vicina a certe cose degli XTC, riporta la band ai suoi momenti più giocosi, ed è forse il miglior esempio di quello che la Ipecac riporta nelle righe di presentazione del disco, ossia di come ci si trovi in certi passaggi nel bel mezzo di un musical con Judy Garland. Il disco cambia ancora faccia con il garage punk, ovviamente à la Melvins, di “Allergic To Food”; qui la – anzi LE batterie virano verso un sound caotico e sporco, ripreso anche dalla distorsione vocale, e il risultato è un incontro pazzarello ma convincente tra i Mr. Bungle dell’amico Patton e la vecchia, mai morta scena di Detroit. Chiude il cerchio il puro metal di “Smiler”: adrenalinica, pomposa, il suo riff roccioso sembra fatto apposta per esaltare il pubblico in sede live, senza perdere la componente più acida e sperimentale di prassi.
Tutto sommato sarebbe bastato il brano di apertura per apprezzare il loro ritorno, ma perché rinunciare alla schizofrenia di quelli restanti? Non siamo forse dalle parti del capolavoro, per rifarci nuovamente alle press note, ma – almeno per chi vi scrive – la band di Montesano non sbaglia mai un colpo.

TRACKLIST

  1. Pain Equals Funny                 
  2. Working The Ditch                  
  3. She's Got Weird Arms             
  4. Allergic To Food   
  5. Smiler
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.