7.0
- Band: MEMPHIS MAY FIRE
- Durata: 00:44:00
- Disponibile dal: 25/04/2014
- Etichetta:
- Rise Records
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“Il nuovo album è molto teatrale, sembra una colonna sonora dall’inizio alla fine. E’ un disco maturo, veramente incredibile“. Erano queste le dichiarazioni dei Memphis May Fire alla vigilia dell’uscita di “Unconditional”, quarto full-length per il quintetto di Dallas, e una volta tanto, al netto degli iperbolici aggettivi, possiamo dirci d’accordo con la descrizione fornita data dalla band stessa, trovandoci di fronte ad un dischetto gustoso come un secchiello di pop-corn – pardon, pop-core – di fronte ad un film d’azione in 3D. Abbandonate del tutto le influenze southern degli esordi in favore di un metalcore più “tradizionale”, i Nostri hanno tirato a lucido in quest’occasione distorsori e violini – oltre alle sacre scritture, vista la vena cristiana dei testi -, confezionando un platter variegato nella sua unione di ritmiche post-hardcore, linee vocali di stampo emo ed arrangiamenti orchestrali. Gran parte del merito è sicuramente del singer – tastierista Matty Mullins, moderno predicatore e principale motore melodico della band, ma anche il resto della formazione texana gira a pieno regime, alternando i consueti breakdown a trame chitarristiche più articolate, in una sorta di ideale incrocio tra gli Architects di “The Here And Now”, gli Atreyu di “Lead Sails Paper Anchor” e, in misura minore, gli Yellowcard di “Ocean Avenue”. Eccezion fatta per qualche parentesi più soft (“Speechless”, “Need To Be”), il mix funziona comunque molto bene, infilando una serie di killer songs come “Sleepless Nights”, “Possibilities” o “The Rose”. Qualche fan della primissima ora, ancora legato alle sonorità dell’omonimo EP di debutto, potrà serbare del rimpianto per quel che avrebbe potuto essere e non è stato, ma d’altro canto siamo certi che un disco come “Unconditional” non mancherè di attirare nuovi proseliti al culto dei Memphis May Fire.