voto
6.0
6.0
- Band: MERCENARY
- Durata: 00:46:40
- Disponibile dal: 25/02/2011
- Etichetta:
- Noiseart Records
Spotify:
Apple Music:
Se due indizi fanno una prova, tre probabilmente costituiscono una mezza certezza. Le aspettative sul nuovo capitolo dei Mercenary, il sesto dal debutto “First Breath” targato ’98, erano quelle di un disco che avrebbe dovuto prendere le distanze in maniera più o meno decisa dal passato. L’emblematico titolo, il logo rivisitato e soprattutto l’uscita di scena dei fratelli Sandager alla voce e tastiera davano credito ad ipotesi di aria nuova in casa Mercenary. “Metamorphosis” non smentisce le previsioni dando un taglio decisamente più moderno al sound death/thrash melodico dell’ormai quartetto danese. Le composizioni sono lineari e vanno dritte al sodo, il riffing appare spesso e volentieri più vicino allo stile d’oltreoceano con frequenti parti stoppate e ancora il cantato, ormai completamente ad appannaggio di Renè Andersen, tesse linee vocali ben bilanciate tra growl, scream e puliti con questi ultimi dall’ispirazione assai vicina ai più blasonati colleghi Killswitch Engage e Soilwork. Il songwriting del nuovo corso Mercenary appare troppo spesso privo di personalità pur riconoscendo alla band, soprattutto nella prima parte di “Metamorphosis”, la capacità di scrivere pezzi ben strutturati in grado di bilanciare con sapienza potenza e melodia. Chi li segue dagli esordi probabilmente accoglierà con sospetto la nuova svolta, tuttavia con un pizzico di continuità in più in futuro i Mercenary potranno facilmente consolarsi assoldando nuovi e più giovani fan.