6.0
- Band: MERCENARY
- Durata: 00:53:10
- Disponibile dal: 26/07/2013
- Etichetta:
- Noiseart Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
I danesi Mercenary sono giunti al loro settimo full-length: una lunga ed onorata carriera che, nonostante numerosi cambi di formazione e qualche passo falso, arriva a questo “Through Our Darkest Days” con una giusta dose di ispirazione e l’evidente voglia della band di suonare e comporre. Sono lontani i tempi dell’ottimo “Everblack” ed i Mercenary, sicuramente, hanno vissuto un po’ di rendita, grazie ad una fama – sopratutto all’estero – conquistata senza troppa fatica, grazie ad un genere accattivante e che fa felici un po’ tutti. La base del sound del quartetto danese è un melodic death molto moderno, di stampo smaccatamente svedese, con fortissime influenze power e qualche innesto prog. Certo è che proprio la componente death è quella che tende a sparire di più, con il growl che è ormai la parte meno presente del cantato di René Pedersen; anche il riffing, che parte pure molto melo-death con “A New Dawn”, diventa molto più power nella successiva “Welcome The Sickness” e nella title-track, che si basa su un mid-tempo dall’ottimo tiro ed una melodia decisamente catchy. Il disco prosegue su questo tono fino a “Beyond This Night”, che mescola sorprendentemente un inizio dal sapore prog ad una parte molto più groovy con un chorus che si imprime subito, alternando assoli e parti tecniche e d’atmosfera ad altre più tirate e grezze: forse il pezzo che meglio rappresenta i Mercenary di oggi. Da qua in poi, “Through Our Darkest Days” si attesta su un power metal di matrice americana, sorretto da una componente death sempre più debole, a parte l’intermezzo di “Generation Hate”, sicuramente il pezzo più pesante dell’intero disco. Ai Mercenary non manca certo la perseveranza ed il loro mix di death metal e power produce un risultato inatteso, che ricorda i primi Soilwork o gli Scar Symmetry, pur staccandosi grazie ad una notevole dose di personalità. Se è vero che questo amalgama è da sempre il punto di forza dei Mercenary, va anche detto che l’atmosfera che la band crea suono sempre un po’ già sentita, come se i loro sforzi alla ricerca di un sound personale li avessero portati ad allinearsi ai dettami degli stili che uniscono. Un buon disco, comunque, con la giusta dose di melodia ed una produzione moderna che esalta il tiro dei danesi e che farà felici i fan della band. Resta, certo, un disco un po’ anonimo. Ben composto, ben registrato e ben suonato, “Through Our Darkest Days” è uno di quei dischi di cui è difficile dire qualcosa di negativo, ma anche qualcosa di eclatante.