7.0
- Band: MERCILESS ATTACK
- Durata: 00:36:05
- Disponibile dal: 24/11/2023
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
Spotify:
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Giunge direttamente dalla laguna veneta questo grazioso e succulento carico di thrash metal, rigorosamente devoto alla vecchia scuola. Spaziando tra i versanti territoriali del genere, dalla Germania, agli Stati Uniti sino ad atterrare nella nostra penisola, il qui presente “Mechanical Visions” marchia a fuoco il secondo lavoro sulla lunga distanza dei Merciless Attack dopo l’esordio targato “Back To Violence” del 2014.
Quasi dieci anni di silenzio, inframmezzati dal Demo “Iron Cross” del 2016 e caratterizzati anche da diversi cambi di line-up ed eventi drammatici che hanno purtroppo colpito la band, come la scomparsa del chitarrista Riccardo ‘Riki’ Linzi, avvenuta due anni fa; ostacoli e sfortune conto i quali i Merciless Attack hanno deciso di combattere, proseguendo sulla loro strada costellata, come detto, di sano e genuino thrash.
Costruito su fondamenta pregne di riff maligni griffati Slayer (i primi, quelli di “Show No Mercy”), mescolati doverosamente a trame più grezze e svalvolate di marca Bulldozer, “Mechanical Visions” è il classico dischetto atto a garantire da una parte la solidità e il fattore storico del genere, dall’altro un tasso di violenta freschezza esecutiva, dimostrata di fatto dal quartetto tricolore.
Guidato dal bassista/cantante Punzo e dal chitarrista Tuna, il combo italiano non si nasconde dietro un dito e con la doppietta iniziale “Re-Animator” e “Nuclear Tsunami” indirizza immediatamente le coordinate cardine dell’intero album, palesando come detto la viscerale passione per tutto ciò che Araya e colleghi (dicasi band della Bay Area) hanno prodotto in quel determinato periodo in cui il thrash metal esplose in tutta la sua aggressività. Velocità e frenesia, bilanciate ad episodi più cadenzati (“Lagoon Of Blood” e “Operation Pointblank”) realizzano così l’intera tavolozza stilistica.
Precisiamo che non vi sono grosse novità di sorta lungo la quarantina scarsa di minuti previsti: vi è comunque l’apprezzabile operato di Punzo e compagni nel dare nuovamente lustro al figlio bastardo dell’heavy, il quale più volte negli ultimi anni è stato messo sotto accusa, incapace di evolversi, ricopiando certi clichè dell’epoca, ormai abusati, tanto dal punto vista strumentale, quanto su quello delle tematiche affrontate. Critiche fondate? Forse, sta di fatto che ad oggi il thrash metal, continuamente alimentato da situazioni storiche, purtroppo sempre attuali, prosegue il suo personalissimo sfogo. E di questo, i Merciless Attack sono un valido testimone.