7.5
- Band: MERRIMACK
- Durata: 00:41:14
- Disponibile dal: 08/03/2024
- Etichetta:
- Season Of Mist
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Per la terza volta negli ultimi dodici anni, si rifanno vivi i blackster francesi Merrimack, questa volta con il nuovo album “Of Grace And Gravity”. La carriera del quintetto parigino ha avuto alti e bassi, ma già dal precedente “Omegaphilia”, sebbene risalente ormai al 2017, si sono sentiti dei passi in avanti incoraggianti. Il nuovo lavoro, difatti, mostra un gruppo in forma ed in piena crescita, tanto che sembra aver qui raggiunto la sua maturità artistica, forse definitiva. Sul trademark della formazione c’è sempre stata l’ombra dei Marduk e nemmeno ora è andata via, ma sulla nuova release i Merrimack sono riusciti a creare una dimensione fredda, astratta, commista alla violenza. Si viene subito proiettati in questa dimensione già dall’opener “Sulphurean Synods”, brano strutturato ed articolato in grado di catalizzare la negatività, filtrarla attraverso l’odio indiscriminato e rigettarla fuori con tutta la violenza di cui il black metal è capace. I ritmi su questa canzone e sulle successive non sono sempre forsennati, la violenza architettata dai Merrimack è anche mentale, ha la forza di alienare l’ascoltatore da tutti gli altri pensieri in modo tale da riversare nella sua mente la negatività. Le atmosfere su questo lavoro, infatti, sono a volte di natura psicotica, capaci di torturare la mente al limite del sadismo.
Talvolta gli album con i brani troppo articolati rischiano di mancare il bersaglio e di risultare alla fine un po’ inconcludenti, ma per fortuna i Merrimack tengono sempre a mente la lezione dei Marduk e anche su questo album i brani più diretti non mancano, come “Wounds That Heal” e “Under The Aimless Spheres”, due episodi violenti come frustate, ma a cui non manca un buon spessore e nemmeno una struttura solida capace di sostenere al meglio le rasoiate black metal.
La produzione è davvero ottima per quello che è il sound dei Merrimack di oggi: il songwriting è maturo e parecchio articolato, mentre la base ritmica è davvero la struttura portante su cui la band può costruire il proprio black metal profondo e dalle tante sfumature di nero. Quando la qualità della musica raggiunge un certo livello e una band riesce a dare il giusto equilibrio sia all’atmosfera che alla violenza del proprio black metal, allora difficilmente il prodotto finale delude.
Un album dunque maturo e profondo, un bel ritorno per i Merrimack, che sicuramente riusciranno a riconquistare un po’ di fiducia e credibilità, in parte persa durante gli anni, tra alti e bassi e prolungate assenze dalla scena internazionale.