MESARTHIM – Isolate

Pubblicato il 27/03/2016 da
voto
7.5
  • Band: MESARTHIM
  • Durata: 00:43:30
  • Disponibile dal: 29/02/2016
  • Etichetta:
  • Avantgarde Music
  • Distributore: Audioglobe

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Parliamoci chiaro: se questo album fosse uscito una quindicina di anni fa, sarebbe finito facilmente nel dimenticatoio nel giro di un veloce ascolto, bollato come il prodotto di posers di maniera. “Isolate” rappresenta infatti l’epitome del symphonic black metal tanto in auge qualche lustro fa, al punto che non avrebbe sfigurato nella discografia dei Dimmu Borgir, al tempo. Ma il caso vuole che le derive più pompose della musica di Satana siano ormai rare nel palinsesto, e che, soprattutto, il combo australiano abbia sfornato con questo primo full-length un album ruffiano ma eccellente, ben prodotto, decisamente carico di emotività. Uscito inizialmente come autoproduzione via Bandcamp, questo lavoro è stato ripescato e meritoriamente immesso sul mercato da Avantgarde, non nuova a belle scoperte nel sottobosco internettiano. Le dinamiche sono chiare fin dalle note iniziali di “Osteopenia”, brano che sfiora i dodici minuti, in cui magniloquenti tastiere si stagliano su chitarre tradizionalmente zanzarose e duettano con il cantato roco e insieme effettato, fino al finale quasi ambient sotto l’egida di un bel synth; questa cifra distintiva delle melodie prevalentemente affidate al lavoro del tastierista prosegue nella seconda traccia e potenziale singolo “Declaration”, che porta in superficie sonorità quasi gothic con un riff decisamente orecchiabile. Il viaggio interstellare sotteso a questo lavoro procede, guarda caso, proprio con “Interstellar”: la terza traccia rimane assolutamente nel canone sinfonico, con un’altra strizzatina d’occhio a suoni più commerciali (ancor di più, direte voi?) nel bridge centrale. Il rallentamento finale introduce senza soluzione di continuità le orchestrazioni di “Abyss”: ancora coordinate altisonanti, ma gli intensi paesaggi di tastiere risultano ancora una volta decisamente (av)vincenti. Il suono dello Spazio Siderale la fa da padrona nel breve passaggio strumentale per solo pianoforte di “Floating”, un intermezzo perfetto prima della conclusiva title track: che non offre nessuna particolare novità rispetto a quanto sentito finora, tranne che la voce è ormai del tutto scomparsa. Ma rappresenta un ennesimo brano ben costruito, emotivo, con forse giusto qualche piccola concessione a un certo gusto prog: col Moog, o almeno con tastiere programmate verso tal suono, non si riesce del resto a pensare ad altri riferimenti. Esistenzialismo e cosmogonie, amalgamate da un vago afflato depressivo, sembrerebbero rappresentare il percorso lirico integrato ai ricami musicali, stando al concept espresso dagli anonimi membri della band. Un lavoro, insomma, consigliato a chiunque, anche occasionalmente, abbia voglia di allontanarsi dalla più becera brutalità, in favore di atmosfere più classicheggianti.

TRACKLIST

  1. Osteopenia
  2. Declaration
  3. Interstellar
  4. Abyss
  5. Floating
  6. Isolate
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