MESHUGGAH – Immutable

Pubblicato il 30/03/2022 da
voto
8.0
  • Band: MESHUGGAH
  • Durata: 01:06:43
  • Disponibile dal: 01/04/2022
  • Etichetta:
  • Atomic Fire

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Dopo il nostro studio report, dove avevamo avuto modo di ascoltare in anteprima insieme allo stesso Tomas Haake la nuova musica della band, giungiamo finalmente all’uscita di “Immutable”, nono studio album pubblicato dai Meshuggah. Sono passati ben sei anni dal polverone suscitato da “The Violent Sleep Of Reason” (valso al gruppo una nomina ai prestigiosi Grammy Awards) e non si può certo dire che si sia trattato di un periodo particolarmente florido per la compagine svedese. Affrontando la momentanea dipartita di un cervello fondamentale per i meccanismi della band come Fredrik Thordendal, attraversando lunghi periodi di lontananza forzata e conseguenti adattamenti in home studio personali, si è trattato sicuramente di un momento di rinnovo inatteso, più o meno cercato, che si riflette in parte nelle canzoni che compongono il nuovo album. Laddove il titolo dell’opera richiama subito ad un’ideale di staticità e nessuna propensione al cambiamento, ci si trova invece investiti da un materiale certo riconoscibile in ogni suo componente, ma strutturato secondo grammatiche diverse rispetto allo standard cervellotico imposto dalla band in passato. “The Violent Sleep Of Reason” sperimentava sicuramente vie differenti rispetto ai suoi predecessori, ma lo faceva involvendosi in strutture arcigne, dove l’aspetto cerebrale finiva per prevalere su quello musicale: “Immutable” invece sembra muoversi in senso opposto, conquistando una musicalità ben più lineare e marcata, sempre considerando naturalmente l’impianto deviato con cui viene concepito il tempo dai cinque musicisti scandinavi. Entrati nel meccanismo, ogni brano in realtà si lascia riconoscere e ricordare per il suo particolare andamento, configurando così una serie di episodi musicali ben definiti che si susseguono con grande organicità, lasciando scorrere la lancetta oltre l’ora di durata senza segni di fatica. Riff terremotanti, ma più comprensibili (“The Abysmal Eye”, “Ligature Marks”) e spunti batteristici meno legati al severo solfeggio delle chitarre e del basso (“Armies Of The Preposterous”) fanno quindi da terreno all’elaborato lavoro solistico di Thordendal, che sembra inseguire tra un pezzo e l’altro alcuni demoni personali ottimamente espressi dalla sua divorante immaginazione chitarristica. Oltre che sprigionare la sua solita follia solistica, il chitarrista riesce ad espandere il suono della band con numerose aperture ambientali dal carattere però sempre fosco, sinistro, tenuto a bada con difficoltà e pronto ad esplodere in situazioni che spingono i Meshuggah verso territori per loro inesplorati fino ad oggi(“Past Tense”). Anche la voce di Kidman, mai come oggi, si distende con effetti devastanti sulle parti strumentali, capace di una prestazione sempre mordace ed incalzante (“The Faultless”).
Come si evince, quindi, l’immutabile esoscheletro post-industriale che sorregge questo gruppo è ancora solido e più minaccioso che mai, riempito però da materiale organico ammorbato dai funesti sapori di sperimentazioni inquiete certo più orecchiabili, ma non per questo altrettanto rassicuranti. Che si voglia apprezzare l’una o l’altra sfaccettatura, “Immutable” segna un ritorno vincente per i Meshuggah, capaci di racchiudere la loro esperienza trentennale in un lavoro maturo e riconoscibile, eppure capace di ridefinire il concetto di pesantezza attraverso un’intelligenza feroce ed un controllo dei propri mezzi impressionante, sottolineando ancora l’alto grado di unicità posseduto da questi venerati titani di musica psicotica ed alienata.

TRACKLIST

  1. Broken Cog
  2. The Abysmal Eye
  3. Light The Shortening Fuse
  4. Phantoms
  5. Ligature Marks
  6. God He Sees In Mirrors
  7. They Move Below
  8. Kaleidoscope
  9. Black Cathedral
  10. I Am That Thirst
  11. The Faultless
  12. Armies Of The Preposterous
  13. Past Tense
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