8.5
- Band: MESHUGGAH
- Durata: 00:52:34
- Disponibile dal: 07/03/2008
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Dopo un singolo ed un album estremamente sperimentali e composti da una sola traccia (rispettivamente “I” e “Catch 33”) i Meshuggah immettono sul mercato un nuovo, attesissimo lavoro e ritornano alla classica forma canzone. Forse gli ascoltatori più esigenti storceranno il naso davanti a “ObZen”, dato che questo può considerarsi il primo capitolo della saga del combo svedese che non guarda avanti, ma anzi ripercorre sentieri già tracciati dalla band stessa in passato. Se questo può essere considerato come un campanello d’allarme per un combo sempre proiettato oltre i propri limiti, la qualità delle singole tracce ed un songwriting robustissimo scacciano pensieri funesti e ci consentono di trattare questo nuovo lavoro per quello che realmente è: un album eccezionale! Innanzitutto va detto che Fredrik Thordendal e compagni tirano fuori dal cilindro una performance che tecnicamente va oltre l’eccellenza, come sempre del resto. Vengono recuperate ritmiche thrashy abbandonate dai tempi di “Destroy Erase Improve” ed a ciò vengono unite la cupezza di “Chaosphere” ed i tecnicismi e le dissonanze dell’ultimo periodo. A tratti il lavoro di basso di Dick Lövgren rimanda al tribalismo dei Tool, ma si tratta di momenti sporadici che non incidono in maniera decisiva sul resto del lavoro. Segnaliamo anche che Tomas Haake ha abbandonato (temporaneamente?) il software Drumkit From Hell ed è tornato dietro le pelli per un risultato che lascia a bocca aperta. L’opener “Combustion” è la traccia maggiormente votata al thrash e procede a spron battuto, con Haake insuperabile dietro le pelli. Gli episodi più interessanti però devono ancora arrivare; a partire dalla successiva “Electric Red” fino alla conclusiva “Dancers To A Discordant System” è infatti un susseguirsi di emozioni difficilmente trascrivibili. Si va dai momenti cupi e pesanti di “Electric Red” e “Lethargica” alle sferzate di classe del singolo “Bleed”, passando per le meravigliose “Pineal Gland Optics” e “Pravus” che risultano un connubio tra “Chaosphere” e “Nothing”, concludendo con il capolavoro “Dancers To A Discordant System”: questo è un brano lungo e visionario e solo l’assolo iniziale di Thordendal vale l’acquisto dell’intero album! Detto della prova aspra e malvagia di Jens Kidman dietro al microfono, del piacere di sentire suonare due veri fenomeni delle sei (sette, otto?) corde come Thordendal e Hagström, di una sezione ritmica che ha pochissimi eguali al mondo, di una capacità di scrittura capace di rendere ascoltabili e godibili partiture contorte all’inverosimile non rimane molto altro da aggiungere. I Meshuggah sono tornati: le altre band sono pregate di mettersi in fila dietro i maestri, grazie.