6.5
- Band: METAL CHURCH
- Durata: 00:56:45
- Disponibile dal: 25/03/2016
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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La storia dei Metal Church, leggendaria heavy metal band americana formata nel lontano 1980, ha vissuto capitoli molto turbolenti, tra cui tre split ed altrettante reunion. Prima la lunga pausa iniziata nel 1994, poi il ritorno con “Masterpeace”, a seguire la fuoriuscita di Wayne e la sua morte. L’ultimo capitolo con Ronny Munroe alla voce non è stato così soddisfacente ed ora il mastermind Kurdt Vanderhoof gioca la carta Mike Howe, uno dei cantanti più amati della band che ha prestato la sua ugola nel periodo tra il 1988 ed il 1994. Questo nuovo sodalizio si concretizza con “XI”, l’undicesimo disco in studio della chiesa metallica. Innegabile, Mike Howe ha portato una ventata di potenza nei Church, la sua voce è rimasta muscolosa ed abrasiva, viscerale, su brani come “Reset” e “Killing Your Time” il cantante americano spinge all’inverosimile per dare alle sue vocals la pericolosità di affilate lame di rasoio. Purtroppo le bordate speed ed i riff forsennati di Vanderhoof non riescono a ricreare la magia degli anni Ottanta, la band ci prova, fa di tutto per rivivere gli antichi fasti, ma con risultati appena soddisfacenti. L’incalzante “No Tomorrow” con le sue cavalcate riesce a farsi apprezzare grazie a melodie epiche, seppur il ritornello non riesca mai ad esplodere. La lunga “Sky Falls In” arriva quasi ad annoiare, nonostante ci troviamo di fronte al brano più melodico e catchy del disco. Paradossalmente ritroviamo i veri Metal Church, quelli ferali ed al vetriolo, nel brano che conclude questo “XI”. “Suffer Fools” possiede tutte le caratteristiche per farsi amare alla follia, finalmente un brano heavy metal abrasivo, maligno e bello tirato come piace ai fan dei Metal Church. Ottima la performance di Jeff Plate (Savatage) alla batteria, le chitarre ruggiscono e le parti soliste ci rimandano ai tempi d’oro della formazione statunitense, peccato che di episodi poderosi come questo su disco praticamente non ce ne siano altri alla pari. La gioia per il ritorno di Mike Howe viene smorzata da un disco al di sotto delle nostre aspettative, la Chiesa avrebbe dovuto riaprire le sue porte con fuoco e fiamme ed invece dobbiamo accontentarci di un disco poco al di sopra della sufficienza.