7.0
- Band: MEZZROW
- Durata: 00:34:05
- Disponibile dal: 21/04/2023
- Etichetta:
- Fireflash Records
Spotify:
Apple Music:
Nel 1990, dalle lande svedesi di Nykoping, uscì un intrigante album in cui, anzichè i previdibili strali di stampo death metal esplosi proprio in quel periodo, fu la matrice thrash a farla da padrona, con notevoli rimandi alle band d’oltreoceano, Testament in primis. Autori di quel “Then Came The Killing” erano i Mezzrow, quintetto scandinavo messo in pista treni prima e già autore di due demo altrettanto interessanti, “Forzen Soul” e “Cross Of Tormention”. Un esordio sulla lunga distanza che tuttavia non sortì l’effetto desiderato; col senno di poi, infatti, proporre thrash ad inizio anni Novanta poteva risultare alquanto rischioso, il classico ‘o la va, o la spacca’. E così fu: i Mezzrow caddero inevitabilmente nel calderone di quel numero incalcolabile di band destinate al dimenticatoio, tanto che nel 1993 la parola ‘fine’ venne impressa sulle sorti del gruppo svedese.
Capitolo chiuso, ma inaspettatamente riapertosi due anni fa quando Conny Walen e Uffe Pettersson, rispettivamente bassista e cantante dell’act di Nykoping, hanno rimesso in azione il motore e, completando la formazione con tre nuovi innesti, si sono messi al lavoro per dar vita al qui presente “Summon Thy Demons”, di fatto secondo full-length ufficiale dei Mezzrow. Il tiro, pur smussando alcuni passaggi rendendoli così più armoniosi e melodici, rimane il medesimo di quello dell’esordio: ritmi serrati, riff elettrizzanti (“Through The Eyes Of The Ancient Gods”) tra i quali si stagliano assoli altrettanto sfiziosi. Un album di mestiere ma abile, proprio per questa sua essenza veterana, a far partire in automatico un headbanging seriale oppure il classico tap-tap con il dito sul volante della propria auto. Brani spediti si alternano con facilità ad episodi più cadenzati e rocciosi, come la stessa title-track nella quale è lo stesso Pettersson a ruggire il refrain portante, sottolineando una prestazione di assoluto rispetto. Mezzrow che, come allora, rilanciano una formula maggiormente orientata al thrash a stelle e strisce, chiamando in causa ancora una volta Chuck Billy e compagni (i sobbalzi di “Beneath The Sea Of Silence” sono un ottimo esempio). Non mancano infine anche aperture più moderne (“Blackness Fell Upon The World”) che portano il nuovo dei Mezzrow a dimostrarci, di tanto in tanto, come i ritorni dal passato non sempre hanno il sapore della minestra riscaldata.