7.5
- Band: MIASMIC SERUM
- Durata: 00:29:14
- Disponibile dal: 14/06/2024
- Etichetta:
- Chaos Records
- Night Terrors Records
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Decisamente interessante il debutto dei veneti Miasmic Serum, nuova formazione dedita al death metal più classico che debutta sul mercato senza produzioni come demo o EP, ma direttamente con questo debutto “Infected Seed” ,fuori sulla messicana Chaos Records per la versione CD e su Night Terrors per l’immancabile versione in cassetta, che di questi tempi non può mancare.
Nonostante la recente formazione (2022), i nostri sono musicisti con una certa esperienza e militano anche in altre formazioni estreme con un certo curriculum, come Afraid Of Destiny, Restos Humanos, Tetsuo e The Mild. In un oceano di proposte death metal vecchia scuola, i Nostri sono in grado di confezionare un disco facile da ascoltare che ha sì riferimenti a modelli ben riconoscibili, ma riesce comunque a mescolare le carte in modo adeguato e soprattutto a realizzare brani altamente orecchiabili.
Vi sfidiamo a non voler fare headbanging su “Mortal Training” (con ospite Jason Netherton dei Misery Index) o allo stesso modo seguire sbattendo il piede sul riff thrash metal di “Lost Control”. Il quadro di riferimento comunque è quello di Malevolent Creation, Gorefest medio periodo od Obituary (“Immortal Entity” o “Brain Walls” le più riuscite nel modello old-school), oltre ad un evidente interesse per i break spaccacollo alla Misery Index e Dying Fetus. Se strumentalmente il disco nel complesso suona fresco, accattivante e memorizzabile (grazie anche ad una produzione graffiante), qualche riserva la abbiamo a volte sulla voce in growl di Julian Serrato, sì capibile e non particolarmente estrema, che però forse perde qualcosa in alcuni contesti come l’opener “Near-Death Visions”, dove non risulta particolarmente coinvolgente.
Buono invece lo scream del chitarrista Vanny Piccoli, mente del progetto. Degna di menzione anche l’ospitata di Fiore Stravino dei Fulci nella conclusiva title-track e pure l’artwork, lontano dai soliti soggetti tipici del death metal old-school, che riprende il concept che a quanto vediamo ruota attorno a visioni, sostanze allucinogene ed intossicazioni varie.
“Infected Seed” non è un disco di debutto perfetto (a volte è entusiasticamente davvero derivativo), ma ha la qualità di farsi ascoltare un sacco di volte e, nella palude del ‘tutto e subito’ dell’era digitale, è un grandissimo pregio che ci si sentiamo di rimarcare. Col secondo lavoro potrebbe esserci già un botto, secondo noi. Vediamo se l’attività live che si prospetta in questi mesi li farà crescere quel tanto che basta.