7.5
- Band: MICHAEL ROMEO , SYMPHONY X
- Durata: 00:53:01
- Disponibile dal: 27/07/2018
- Etichetta:
- Music Theories Recordings
- Distributore: Edel
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Con i Symphony X in stand-by forzato, soprattutto a causa delle brutte disavventure subite da Russell Allen negli ultimi tempi, Michael Romeo decide che è il momento di cimentarsi in un solo album, probabilmente il primo vero progetto solista se non si considera “The Dark Chapter”, fondamentalmente una sorta di demo che precedette addirittura l’uscita del primo album dei Symphony X.
Il chitarrista americano, per questa sua opera, trae ispirazione da “La Guerra Dei Mondi” di H.G.Wells, un romanzo di fantascienza che consente all’autore, oltre che di dare sfogo al proprio estro chitarristico, anche di creare un contesto ottimale per le sue orchestrazioni cinematografiche, che ben si adattano alle tematiche trattate. In realtà, dobbiamo ammettere che ci saremmo aspettati un disco maggiormente incentrato sulla chitarra, mentre invece Romeo dimostra di voler ragionare più da autentico compositore e, non a caso, benchè avrebbe potuto praticamente fare tutto da sè o quasi, si è circondato di una vera e propria band, composta dal cantante Rick Castellano, dal batterista John Macaluso (Labyrinth, ex TNT, Y.J.Malmsteen, V.Kuprij, ecc.) e dal bassista John DeServio (Black Label Society), tutte vecchie conoscenze provenienti, come lui, dal New Jersey.
“War Of The Worlds / Pt. 1” è dunque un lavoro molto composito, con arrangiamenti attenti e ben curati per tutti gli strumenti: il confronto con la band madre è quasi ovvio e, in effetti, siamo dell’idea che si tratti di materiale che, in tutto o in parte, avrebbe potuto trovare tranquillamente spazio in un nuovo album dei Symphony X. Magari negli ultimi lavori della band si è cercato un approccio un po’ più aggressivo, mentre in questo disco solista Romeo sembra voler dare maggiore visibilità alle orchestrazioni: in tal senso, per certi versi, ci ha fatto un po’ pensare a “V: The New Mythology” e a quel periodo compositivo di Romeo.
Ad ogni modo, l’album in questione si rivela sin dai primi ascolti come un disco davvero niente male: citiamo, ad esempio, innanzitutto, due pezzi trascinanti e dotati di bellissimi refrain come “Fear The Unknown” e “Black”, mentre con “F*cking Robots” l’autore sperimenta un po’ con effetti sonori strani con la chitarra, ma anche elettronici, decisamente insoliti per il suo classico repertorio. Le due tracce più lunghe sono “Djinn”, una traccia dove vengono proposte soluzioni progressive e passaggi strumentali degni dei Symphony X, con un bell’intermezzo orientaleggiante, nonchè “Believe”, una sorta di mid-tempo assai ricco di orchestrazioni. Una delle tracce più intriganti dell’album è però senz’altro la conclusiva “Constellations”, davvero epica e maestosa, che rappresenta la summa di quanto ascoltato nel corso della tracklist.
Bel disco, dunque, che riteniamo possa più che consolare i fan dei Symphony X durante questa loro assenza più o meno prolungata e per il quale è già in lavorazione la seconda parte, che a questo punto attendiamo con curiosità ed interesse.