7.0
- Band: MICHAEL SWEET
- Durata: 00:49:33
- Disponibile dal: 11/10/2019
- Etichetta:
- Frontiers
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Michael Sweet si è reso protagonista, negli ultimi anni, di una vera e propria rinascita artistica, cosa che ha permesso ai suoi Stryper di regalarci alcuni ottimi lavori in studio, tra cui l’ultimo “God Damn Evil”. Michael, oltre ad essere autore di qualità, è anche un lavoratore prolifico e metodico che, quando decide di mettersi al lavoro, si chiude in studio sfornando qualcosa come un brano al giorno. Non stupisce più di tanto, quindi, la decisione del cantante e chitarrista di dedicarsi contestualmente anche alla sua carriera solista, portata avanti fin dagli anni Novanta. Eccoci dunque arrivare al nuovo “Ten”, così intitolato in quanto decimo capitolo della carriera solista di Michael (contando anche i due episodi degli Sweet & Lynch) e come richiamo ai dieci comandamenti, trattati nel testo della titletrack. Per l’occasione l’artista statunitense ha deciso di farsi affiancare da un ventaglio di ospiti, uno per ogni canzone, che si sono dilettati nell’impreziosire le canzoni con il loro tocco: con l’unica eccezione di Todd LaTorre, voce dei Queensryche, tutti gli altri musicisti sono chitarristi dal curriculum invidiabile, come Jeff Loomis, Gus G, Joel Hoekstra e Tracii Guns.
Stilisticamente il nuovo album porta avanti il percorso artistico intrapreso da Michael Sweet negli ultimi anni: “Ten” è un disco heavy, energico e aggressivo tanto quanto le ultime release targate Stryper. La scrittura del chitarrista mette in bella evidenza le chitarre, riprendendo quella vena classica propria di formazioni come Judas Priest, Dio, in parte Iron Maiden, e di fatto non si discosta poi molto da quella che è la sua produzione più recente. Ed è proprio questa caratterista, forse, il vero limite di un lavoro come “Ten”, che risulta difficile da contestualizzare: non è un nuovo album degli Stryper ma porta avanti molte delle istanze del loro sound; si presenta come un lavoro corale, ricco di ospiti, ma i brani risultano piuttosto omogenei tra loro, con le diverse personalità ad emergere giusto in fase solista; contiene alcuni episodi di valore (l’iniziale “Better Part Of Me”, l’enfatica “Now Or Never”, o “Never Alone”, robusta e graffiante), tuttavia la qualità generale delle composizioni rappresenta un parziale passo indietro rispetto all’ultimo “God Damn Evil” pubblicato con gli Stryper. Poco male, comunque, perché Michael Sweet ha già annunciato per il 2020 un nuovo album per la sua band principale: consideriamo quindi questo “Ten” come un buon riempitivo e speriamo che il prossimo lavoro possa continuare a tenere alto il nome di Michael Sweet e degli Stryper.