7.5
- Band: MIDNIGHT
- Durata: 00:25:31
- Disponibile dal: 08/03/2024
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Non stupisce davvero leggere che Athenar ha scritto questa nuova opera, la sesta di ‘lungo’ minutaggio per i suoi Midnight, in un unico weekend, vista la furia col quale “Hellish Expectations” ci aggredisce sin dalle primissime note. Niente intro, niente ruffianerie, il mainman della band, dopo aver riascoltato i premix del precedente album “Let There Be Witchery” e resosi conto che il risultato finale non era abbastanza ruvido, si è barricato in casa a comporre sull’onda dell’emozione. Il risultato sono venticinque minuti circa per dieci brani di speed metal essenziale e veloce, come sempre flirtante con una NWOBHM di venomiana memoria e tutta la compagnia di primi Slayer, Metallica, eccetera, non senza una certa deriva hardcore punk (“Nuclear Saviour” o “F.O.A.L.”, degna conclusione visto l’acronimo che fa da ritornello). Insomma, cosa aspettarci da Midnight ormai lo sappiamo bene, e sentire Athenar così incazzato è una gioia per i nostri padiglioni auricolari, nonché per i nostri livelli di ignoranz… pardon, di adrenalina.
Sicuramente gli intenti sono stati rispettati, quella sorta di vago avvicinamento a un heavy meno esasperato, sentita nelle ultime due opere, viene disconosciuta in luogo di una micidiale efferatezza, basica e devastante. Non ci sono momenti riflessivi, in “Hellish Expectations”, solo bordate che dal vivo faranno davvero male a tanta gente, con il solito ‘buon’ gusto nel riffing, pescato a piene mani dai peggiori anni ‘80, che sa sempre di già sentito ma non ricordo dove, e che alla fine prende per la gola anche il più scafato dei veterani del metallo.
Non sappiamo nominare un brano più o meno funzionante, siamo di fronte al solito buon disco dei Midnight che non ha veri punti deboli, a parte forse una sorta di piattezza dovuta alla forza eruttiva di ogni singolo brano, ma c’è da dire che forse siamo di fronte a uno dei lavori più ispirati e genuini della one mand band. Sicuramente ogni singola nota qui presente il meglio lo darà dal vivo, sia per quel che riguarda i momenti più spinti di puro speed (“Expect Total Hell”, “Masked And Deadly”, “Mecyless Slaughtor”, con un main riff da band del liceo al quale, tuttavia, non ci sentiamo di dire niente di male, anzi) o le gustose concessioni alla chiesa di Santo Lemmy (“Slave Of The Blade”).
Ancora una volta i Midnight toccano le corde della nostalgia senza suonare nostalgici, insomma, collocati in una capsula temporale capace di non risultare mai stucchevole, bensì genuina e rinfrescante come una buona boccata di napalm.