7.0
- Band: MIDNIGHT
- Durata: 00:32:02
- Disponibile dal: 15/12/2012
- Etichetta:
- Hells Headbangers
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I Midnight sono uno di quei gruppi coi quali si va sul sicuro, quanto meno in termini di proposta. Mica vi stavate aspettando una qualche variazione sul tema, no? Seppur legato alla sua indole primaria (un melting pot di Venom e Motorhead in tinta nera), il nuovo “Sweet Death And Ecstasy” va, invece, a sterzare labilmente la formula, pur mantenendola tale e quale. Quando già al primo brano che apre il terzo disco, presentato da una delicatissima copertina, della one-man band guidata da Anthenar, i tempi si fanno più lenti di quello che ci aspettavamo, sforando sin da subito i sei minuti, un certo sentore di straniamento che ci prende per mano; eppure possiamo dir tutto tranne che quello che stiamo ascoltando non siano i folli e depravati Midnight di sempre. Semplicemente, rimanendo ancorato ai suoi propri sacrissimi dettami, alla sua terza prova su full-length Mr. Midnight ha (ben) deciso di rivedere vagamente la propria ricetta: per carità, il piatto sempre quello è (e per fortuna!) ma la salsa di guarnizione sembra essere un pochino più ragionata, più avveduta. I gruppi già citati quale suprema fonte di ispirazione sono sempre presenti e chiassosi, e non avrete certo bisogno di noi per capire dove, e come sempre una marcata presenza dei Bathory si fa strada tra i solchi di questo disco di speed metal imbastardito di black e di – soprattutto – tanta bellissima NWOBHM. E’ proprio qua che forse salta più all’occhio la versione 2017 degll’americano, laddove già qualcosa si intuiva su “Shox Of Violence”, ovvero un attacco ancora più marcatamente heavy, con assoli assolutamente piacevoli e una globale sensazione di black inteso come quello della prima ondata e dei gruppi che al Nostro tanto hanno segnato l’esistenza. Brani come “Rabid!” sono qua per ricordarci quei tempi, “Here Comes Sweet Death” o la conclusiva, spettacolare, “Before My Time In Hell”, ci prendono a badilate sulle gengive con lezioni prese da Quorton in persona, un pezzo come “Bitch Mongrel” sembra essere uscito da “Welcome To Hell” così com’era, e nel mezzo tanto folle, veloce, semplice speed metal. Com’è dunque il disco? Come può essere, ragazzi, un disco che mette insieme (e lo fa bene) certi nomi, certi modi di intendere il metal, certa attitudine? Semplice: una piccola cannonata.