MILLENCOLIN – For Monkeys

Pubblicato il 14/05/1997 da
voto
8.0
  • Band: MILLENCOLIN
  • Durata: 00:30:26
  • Disponibile dal: 20/04/1997
  • Etichetta:
  • Epitaph

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Se l’esplosione dello skate punk di metà anni ’90 è geograficamente concentrata nel sud della California, al punto che l’intero movimento viene spesso definito ‘cali-punk’ o ‘So-Cal punk’, i germi lanciati negli anni ’80 da Descendents, Bad Religion e NOFX avevano germogliato anche nel vecchio continente, creando un ponte tra le spiagge soleggiate di Los Angeles e la più fredda Svezia. Negli anni in cui Gothenburg diventava il centro di gravità del melo-death, nasce un piccolo ma agguerrito manipolo di band (Millencolin, No Fun At All, Refused, Satanic Surfers) che faranno la fortuna della neonata Burning Heart Records, presto gemellata con la Epitaph per il mercato americano. E proprio i Millencolin, dopo aver pubblicato nel giro di due anni “Tiny Tunes” (successivamente ribattezzato “Same Old Tunes” su pressione della Warner Bros) e “Life On A Plate”, nel 1996 diventano la prima band straniera a firmare per l’etichetta di Mr. Brett Gurewitz, invitati alla festa in virtù di un sound perfettamente allineato allo ska(te)-punk tanto di moda all’epoca. A chiudere la trilogia ci pensa nel 1997 “For Monkeys”, che a dispetto di quanto dichiarato nell’opener “Puzzle” (“less of ska and not so many fast ones”) affina la formula dei suoi predecessori e ci mostra una band già nel pieno del suo potenziale, nonostante all’epoca fossero tutti poco più che ventenni. Non a caso la definitiva consacrazione arriverà con il successivo “Pennybridge Piooners”, che allarga lo spettro incorporando elementi più rock, ma restando nel solco del soft-core canzoni come “Lozin’ Must”, “Boring Planet”, “Twenty Two”, “Trendy Winds” e “Lights Out” non hanno nulla da invidiare ai più blasonati colleghi d’oltreoceano, in un tripudio di velocità e melodia scandita dall’inconfondibile timbrica di Nikola Sarcevic. Sempre gradita, anche se in misura minore rispetto al passato recente, qualche incursione nello ska (“Random I Am”, “Monkey Boogie”), mentre canzoni come la divertente “Black Gold” (con un riferimento ad una maglia della Juve comprata in un Footlocker italiano) e la più nostalgica “Otis” rallentano un po’ il ritmo, lasciando intravedere la già citata svolta che sarebbe arrivata qualche anno dopo. Nondimeno, anche a venticinque anni di distanza, “For Monkeys” resta una delle migliori cartoline regalatoci dalle quattro scimmie di Orebro, affiatate ora come allora.

TRACKLIST

  1. Puzzle
  2. Lozin' Must
  3. Random I Am
  4. Boring Planet
  5. Monkey Boogie
  6. Twenty Two
  7. Black Gold
  8. Trendy Winds
  9. Otis
  10. Light's Out
  11. Entrance at Rudebrook
  12. Lowlife
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