7.0
- Band: MINDWAR
- Durata: 00:30:18
- Disponibile dal: 17/05/2023
- Etichetta:
- Triple B Records
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Belgio, 2023 A.D.: dopo una serie di validi demo ed EP, più alcuni esaltanti concerti che hanno catturato l’interesse degli addetti ai lavori sia in Europa che oltreoceano, è arrivato il momento per i Mindwar di debuttare sulla lunga distanza. “Still At War” viene pubblicato nientemeno che dalla Triple B Records, etichetta statunitense dalla scuderia sempre più importante e influente in ambito hardcore. Introdotto da una sgargiante copertina firmata dal ‘nostro’ Paolo Girardi, il disco propone dieci tracce dallo stile intenzionalmente semplice e concreto, nel quale la rabbia nata dalla confusione di un’epoca particolarmente cupa e incerta si sviluppa in maniera chiara e uniforme, attestandosi su stilemi legati sia al classico hardcore newyorkese, sia ad alcune delle frange più metalliche del genere, rivelando un gran tiro e una profonda conoscenza del panorama di partenza.
Senza dilungarsi troppo sui soliti riferimenti musicali di questa scena, ciò che colpisce maggiormente della band è il senso di spontanea urgenza, la genuinità di una proposta che sa convincere sia nei suoi momenti più heavy, sia nei passaggi in cui sono gli improvvisi e sferzanti uptempo a sostenere le poderose invettive del frontman. L’immaginario bellico ben rappresentato dal succitato artwork viene evocato da una musica che va dritta al punto, suscitando i classici sentimenti di astio e rivalsa, attraverso brani compatti che non si fanno mancare niente. Agendo come i quasi omonimi Mindforce, i ragazzi fondono infatti intensità hardcore, qualche virata thrash nel riffing di chitarra e immancabili riferimenti al crossover di matrice Cro-Mags (poi ulteriormente popolarizzato dai Power Trip in tempi più recenti). Pur trattandosi di un’opera di breve durata, colpisce inoltre la buona cura nella strutturazione delle composizioni: si sente come il gruppo belga abbia cercato di lavorare sulla caratterizzazione di ogni episodio, lasciando che lo sviluppo di ognuno rimanesse frizzante e dinamico, aperto a più influenze.
A conti fatti, pur non inventando nulla, “Still At War” fa quindi il suo sano e sporco lavoro, risultando godibile tanto per un ascolto ragionato quanto a un approccio più easy listening. Questa musica darà sicuramente il meglio dal vivo, ma intanto diamo il benvenuto a una cosiddetta “new sensation” di un genere che continua a trovare nuova vita, rivelandosi puntualmente il più adatto a narrare gli aspetti più spregevoli della nostra epoca.