4.5
- Band: MINISTRY
- Durata: 01:01:05
- Disponibile dal: /04/2008
- Etichetta:
- 13th Planet Records
- Distributore: Audioglobe
Di sicuro Al Jourgensen necessitava di una pausa dopo anni dedicati al terrorismo sonoro anti-Bush. Quello che non ci aspettavamo era un epitaffio indegno alla carriera dei Ministry a mezzo di un disco del genere. Certo “The Last Sucker” è lontano dall’essere un capolavoro, ma può essere comunque considerato un accettabile addio alla storica formazione che ha incendiato la scena con scorribande in svariati generi come synth-rock, industrial, dance, metal, digital grunge, thrash politicizzato o una qualsivoglia definizione fantasiosa vogliate affibbiargli. Affiliato a cospiratori quali Tommy Victor (Prong), Burton C. Bell (Fear Factory), Sin Quirin (Revolting Cocks), Casey Chaos (Amen) e il compianto Paul Raven, Alien si produce in versioni industriali di grandi classici del rock, adatti più a un’estensione di Guitar Hero che ad un album di cover dei Ministry, rivisitati in maniera nemmeno troppo invasiva, spaziando dai Rolling Stones ai T.Rex, dai Deep Purple agli ZZ Top, dai The Doors a Bob Dylan. Anche se poco prevedibile, la scelta avrebbe potuto essere anche considerata accettabile se non fossero stati scelti i rispettivi brani più popolari e affermati e le riletture non fossero state così povere della velenosa e tossica poetica di Jourgensen. Si salvano solo i brani già pubblicati, che ovviamente tutti i fan dei Ministry già possiedono da anni, ovvero “Supernaut” dal tributo ai Sabbath “Nativity In Black” (uno dei migliori tribute album della storia) e “Lay Lady Lay” di Bob Dylan, da “Filth Pig”, il resto è quasi un insulto alla storia del gruppo e ai fan che lealmente hanno accompagnato la band per anni. Facciamo finta che non sia mai esistito.