8.0
- Band: MISCREANCE
- Durata: 00:31:37
- Disponibile dal: 16/09/2022
- Etichetta:
- Danex Records
- Unspeakable Axe Records
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Non si può dire che ai Miscreance manchi la pazienza, oltre alle indubbie capacità strumentali e compositive. Dopo un inizio roboante, con l’exploit del demo “From Awareness To Creation” nel 2018 (poi ristampato lo scorso anno), il gruppo italiano – salvo una rapida sortita sotto forma di uno split con gli australiani Vile Apparition – ha dovuto attendere più del previsto per completare questo suo album di debutto, il quale viene finalmente dato alle stampe da una coalizione di etichette, fra cui l’italiana Danex Records per l’edizione in vinile. Avevamo alte aspettative per questo primo full-length e possiamo affermare che “Convergence” rappresenti un gran bel sentire, invero, da subito, già dall’inaugurale “Flame of Consciousness”, un’arrembante cavalcata nei territori del death-thrash più ricercato, ai confini con un techno-death vecchia scuola di ottima matrice, dove sia le chitarre quanto la sezione ritmica sono in grande spolvero. Molte influenze si mescolano nelle note del gruppo: il suono può a tratti apparire sofisticato, ma una delle caratteristiche fondamentali della proposta è anche la forte impronta spigliata e aggressiva, dagli inequivocabili rimandi thrash metal. Tra scale armoniche di gran pregio, mutamenti repentini di ritmo che non di rado s’innalzano ad uptempo vorticosi, prima di riapprodare puntualmente su piani talvolta vicini a un più sincopato progressive, nella migliore tradizione del genere, “Convergence” mostra una ulteriore crescita nel songwriting del quartetto tricolore, molto abile nel mantenere una sua eleganza e una indubbia complessità strumentale sottotraccia, riuscendo a esprimere al contempo tanta verve e un impatto fresco e scattante.
Questa volta emerge più spesso l’influenza dei Death – in particolare quelli di “Individual Thought Patterns” – ma la tracklist del disco sa appunto anche discostarsi dai momenti più riflessivi dei maestri per abbracciare una (relativa) immediatezza che guarda anche ai Pestilence, ai Sadus, ai Nocturnus di “The Key” o agli Invocator di “Excursion Demise”. È insomma un suono ‘vintage’, quello dei Miscreance, ma dalla cospicua poliedricità nella struttura compositiva: il percorso non è basato su di un’operazione di retrospettiva superficiale o forzata, tutte le composizioni che ne fanno parte sono altresì organicamente legate da un concept solido e da una notevole cura per ogni dettaglio. Con brani come “Incubo” o “Alchemy”, “Convergence” sancisce l’affermazione di una giovane realtà che sembra avere un futuro radioso davanti a sé.