voto
8.0
8.0
- Band: MISERY INDEX
- Durata: 00:34:21
- Disponibile dal: 11/05/2010
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Masterpiece
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In un mondo che ormai gira sempre a mille all’ora, restano poche certezze. Nel campo del metal estremo, una è sicuramente il logo Relapse, etichetta che da anni pubblica buona parte del materiale più avvicente del settore, mentre un’altra corrisponde ormai al nome dei Misery Index. Giunti al quarto full-length e superata abbondantemente la cinquantina di pezzi nel repertorio (non vanno certo sottovalutati tutti gli EP e gli split), i quattro ragazzi statunitensi continuano a non mostrare alcun segno di stanchezza. Napalm Death, Terrorizer, Assück, Brutal Truth, His Hero Is Gone… storie di ribellione, rabbia, corruzione, caos e decadenza. Hanno stretto tra le mani e dato una spolverata ai dischi della loro adolescenza, i Misery Index, e ci è voluto poco per convincersi che lì, dentro quei CD, di roba da buttare ce ne fosse proprio poca. Le cose vanno avanti così dal 2001 e questa opera di riscoperta, valorizzazione e omaggio giunge ora a un album, “Heirs To Thievery”, che rappresenta uno dei capitoli più ispirati e riusciti dell’intera saga. Una raccolta di canzoni – sì, chiare e scorrevoli canzoni, non un semplice ammasso di riff e urla – brutali ma sempre in movimento, che giocano con la tradizione death-grind per poi trasfigurarla con influenze che vanno dall’hardcore al thrash e un’attitudine che ha non pochi punti di contatto con i più sovversivi ambienti anarcho-crust-punk. Il tutto inserito questa volta in una produzione più pulita e moderna del solito, che in qualche circostanza riporta alla mente gli amici Dying Fetus, gruppo del quale il buon Jason Netherton è stato leader e ideologo sino all’amatissimo “Destroy The Opposition”. Insomma, il solito grande disco dei Misery Index. Una certezza. Appunto.